Omicidio Pascuzzo. La confessione di Lapenta: “Così ho ucciso Pascuzzo. Sono andato all’appuntamento con l’intenzione di farlo”

“Per favore, lasciami”, sono le ultime parole di Antonio Alexander Pascuzzo prima di morire.  A rivelarle è stato Karol Lapenta, il reo confesso dell’omicidio di Buonabitacolo avvenuto il 6 aprile, durante l’interrogatorio tenuto dal gip del Tribunale di Lagonegro, Vincenzo Saladino. “A un certo punto – racconta l’apprendista macellaio di origine polacche – Perù (il soprannome dato a Pascuzzo – ndr) ha appoggiato lo stupefacente vicino alle tavole che chiudono uno degli accessi al capannone e in quel momento mi ha guardato aspettando che io gli dessi il denaro. A quel punto, senza dirgli nulla l’ho colpito con il coltello che avevo nella mano destra che non avevo fatto vedere al Perù”. Lapenta racconta anche i particolari dell’omicidio. “Dopo averlo colpito si è accasciato a terra e gli ho dato un calcio in testa. Non so perché. Ricordo di avergli dato due coltellate, le altre non le ricordo. L’ho trascinato per le braccia fino al greto del torrente distante circa 15 metri e l’ho fatto rotolare giù. Ero andato sul luogo con l’intenzione di fare quello che ho fatto per avere la droga senza pagarlo, ho preso il coltello in macelleria e l’ho fatto”.

L’assassinio è avvenuto il 6 aprile, il venerdì della scomparsa di Pascuzzo, il corpo è stato ritrovato il 14 aprile. “Non ho detto a nessuno quello che ho fatto, e sul posto sono ritornato il sabato mattina, quello del ritrovamento, per sincerarmi che il suo corpo stesse ancora lì dove lo avevo fatto rotolare”.  Su Lapenta è stata disposta dalla Procura la perizia psichiatrica. Il suo avvocato, Michele Di Iesu, ha nominato un perito di parte, così come l’avvocato Maria Pia Spinelli che tutela la famiglia di Pascuzzo.

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