Maxi sequestro della DIA di Salerno ad imprenditore di Campagna: tutti beni provento di usura

Nella mattinata di oggi a Campagna gli uomini della  DIA di Salerno hanno eseguito una misura di prevenzione personale e patrimoniale emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Salerno, nei confronti di un imprenditore del posto con precedenti per reati di usura e afferenti al traffico di sostanze stupefacenti, titolare di una rivendita di automobili e in contatto con diversi elementi  affiliati sia alla consorteria criminale promossa e organizzata da MARCANTUONO Liberato (già espressione del clan camorristico “SERINO”, di Sarno, promosso diretto e organizzato da SERINO Aniello) sia allo storico clan camorristico “MAIALE”, sodalizi rispettivamente operanti a Campagna, Eboli  e in diverse località della Piana del Sele. Con lo stesso decreto, il Tribunale di Salerno ha innanzitutto stabilito l’applicazione a carico dell’imprenditore della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di tre anni, con obbligo di dimora nel Comune di residenza e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria competente per territorio; inoltre è stata disposta la  confisca,  di beni mobili e immobili, terreni, società e depositi di credito riconducibili sia all’imprenditore  sia nei confronti del coniuge, per un valore di circa due milioni di euro. Gli accertamenti patrimoniali scaturiscono dall’analisi delle diverse vicende processuali che, nel tempo, hanno interessato l’uomo. La DIA di Salerno aveva accertato infatti che l’imprenditore era dedito alla commissione dei reati di usura, estorsione e traffico di stupefacenti. Sempre dalle stesse investigazioni, oltre che da altri procedimenti penali pendenti erano emersi  i contatti instaurati con il clan “Maiale”. Nei confronti dell’imprenditori di Campagna il Tribunale di Salerno ha evidenziato significativi elementi di responsabilità nella commissione del reato di usura ai danni di diverse persone, in evidente stato di necessità, costrette contro la loro volontà a versargli – a fronte di prestiti variabili nella quota capitale da 3.000 a 100.000 euro – interessi praticati nell’ordine talvolta del 15-20% mensile, altre volte del 30-45% annuo. Il sequestro effettuato ammonta a circa a due milioni di euro. Tra i beni sequestrati: la sede di un centro estetico, quattro unità immobiliari e 48 autovetture.

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