Continua il viaggio del Vescovo Antonio De Luca in Mongolia con l’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe

Continua il viaggio in Mongolia di Monsignor Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano Policastro, partito lo scorso 5 luglio insieme al Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, e ad una piccola delegazione di sacerdoti.

La Mongolia è terra cara al Cardinale Sepe in quanto da Prefetto della Congregazione per evangelizzazione dei Popoli vi si era recato per la consacrazione della prima Cattedrale di quella nazione, ed anche per la consacrazione episcopale del primo vescovo originario dalle Fillippine, Mons. Wenceslao Padilla.

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Appena arrivati in Mongolia le autorità locali, presso la Prefettura Apostolica di Ulaanbaatar, hanno illustrato le opere della Caritas. In questa occasione il Cardinale Arcivescovo ha firmato un accordo con il Prefetto Apostolico per manifestare l’impegno a finanziare un progetto agricolo: 100 serre per 100 famiglie. Significativa é stata la visita ad alcune famiglie e ai bambini, portando l’abbraccio e la carità. Una speciale commozione ha toccato la piccola comunità Cattolica della MONGOLIA nella solenne Concelebrazione Eucaristica in Cattedrale, alla quale ha preso parte anche il Cardinale cinese Zen.

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La celebrazione è stata caratterizzata da canti, usi e costumi tipici della liturgia orientale. L’Arcivescovio Crescenzio Sepe e Mons. Antonio De Luca hanno voluto incontrare le autorità religiose Buddiste, e gli operatori del dialogo interreligioso. Un piccolo gruppo di missionari e missionarie provenienti da diverse nazioni hanno voluto esprimere la loro gioia in un momento di preghiera e di incontro ecclesiale. Uno speciale invito a tutta la delegazione è stato rivolto per la festa nazionale della MONGOLIA del giorno 11 luglio. La coreografia quasi olimpionica nello stadio principale della città ha evidenziato i tratti della storia ultramilleniaria del popolo mongolo. “L’evangelizzazione in Mongolia –sottolinea Monsignor De Luca- muove i primi passi tra notevoli difficoltà legate ad antiche tradizioni e rigorose norme di restrizioni, che non sempre facilitano l’inserimento di nuove espressioni di culto e di fede religiosa. Ma il numero dei battezzati cresce con un lento ma significativo progresso”.

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