Caporalato: l’allarme della Uila UIL. “Nel salernitano camion carichi di braccianti partono sempre dalle stesse piazze e nessuno fa nulla”

ciromarinouilauilsalernoCaporalato in provincia di Salerno, l’allarme della Uila Uil provinciale. Il segretario generale Ciro Marino: “La “questione Salerno” dimenticata da tutti. Basta con la mattanza come avvenuto a Foggia. Nel nostro territorio i camion carichi di braccianti sfruttati partono sempre dalle stesse piazze e nessuno fa nulla. Intervenga il nuovo prefetto. Chi non si schiera in questa battaglia è complice”

“Quante persone dovranno morire ancora prima che il Governo intervenga per interrompere la mattanza?” Così il segretario generale della Uila Uil di Salerno, Ciro Marino, interviene in merito alla la nuova strage consumatasi poche ore fa in Puglia con le stesse modalità di quella costata la vita a quattro braccianti extracomunitari sabato scorso a Foggia.

Un caso che, inevitabilmente, per Marino riporta alla mente la “questione Salerno”. “Non dimentichiamo che anche a Salerno e provincia i furgoni carichi di braccianti partono tutte le mattine, alla stessa ora, dalle stesse piazze, guidati dai soliti caporali verso le aziende di sempre. Vanno fermati. I conducenti vanno arrestati, le aziende sanzionate, anche a tutela delle ditte sane che offrono buona occupazione”, ha continuato Marino.

Per il segretario generale della Uila Uil Salerno nel 2018 non si può assistere allo spettacolo indegno della tratta. “Oggi c’è a supporto anche la legge 199 del 2016, nata per contrastare il fenomeno del caporalato. La si applichi senza sconto alcuno perché la situazione é diventata insostenibile anche da un punto di vista di ordine pubblico”, ha continuato Marino. “Il nuovo prefetto di Salerno, Francesco Russo, al quale faccio i migliori auguri per l’insediamento di qualche giorno fa, inserisca subito in agenda la “questione Salerno” sul tema dell’agricoltura. Vanno investiti tutti gli attori sociali, magari costituendo anche una sorta di Alto Commissariato per le Questioni Agricole. Ormai sono anni che denunciamo, ma i passi che si compiono sono troppo timidi. Non faccio differenza tra immigrati e non, per quanto mi riguarda lo sfruttamento in agricoltura interessa tutti. Per questo è bene intervenire con determinazione e chi non lo fa é complice”.

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