Una strada di Padula sarà intitolata al “Magistrato Gentiluomo”, Giuseppe Rotunno. L’iniziativa del Circolo Carlo Alberto

Il “Circolo Sociale Carlo Alberto 1886” e il Comune di Padula domnai, giovedì 9 agosto, hanno organizzato la cerimonia di intitolazione di VIA GIUSEPPE ROTUNNO da tutti ricordato come il “Magistrato gentiluomo”. Alle ore 18:00, nella sede sociale del Circolo Carlo Alberto, si terrà un  “Ricordo di Giuseppe Rotunno”, con gli interventi di Francesco D’Episcopo, già Docente presso l’Università Federico II° di Napoli e Paolo Carbone,  Avvocato Penalista del Foro di Salerno. Inoltre, interverranno Paolo Imparato , sindaco di Padula, Filomena Chiappardo, Assessore alla Cultura del Comune di Padula e Felice Tierno, Presidente del Circolo Carlo Alberto 1886. A seguire, la cerimonia ufficiale di scopertura della lapide toponomastica che si svolgerà in prossimità della casa paterna di Giuseppe Rotunno, ubicata vicino largo S. Cataldo. La richiesta del Circolo Carlo Alberto, volta a dedicare una strada di Padula al Giudice Giuseppe Rotunno, è stata inoltrata al Comune di Padula nel marzo 2012.

Dopo i normali tempi tecnici, l’Amministrazione Comunale di Padula ha dato il consenso per ricordare il magistrato di Padula che ha dato lustro al paese della Certosa di S. Lorenzo.

 

Nato a Padula l’11 giugno 1922, Giuseppe Rotunno fu Pretore di Mormanno in Calabria, poi Giudice del Tribunale di Castrovillari e poi ancora Giudice del Tribunale di Napoli, Nel 1970-1972 trattò con la consueta imparzialità e fermezza, nella qualità di Presidente della Corte di Assise, il processo della cosiddetta “Rivolta di Reggio Calabria”, che vedeva imputato il senatore Ciccio Franco, oltre a numerosi altri personaggi di spicco. Trasferito a Salerno, vi esercitò anche contemporaneamente per propria scelta, i compiti di Presidente della Prima Sezione Penale della Prima Sezione Civile del Tribunale, nonché quello di Presidente della Corte di Assise. Fu durante lo svolgimento di quest’ultimo incarico che, prima, subì un attentato dinamitardo alla propria abitazione e, poi, sfuggì per una circostanza favorevole sopravvenuta all’ultimo minuto, all’agguato tesogli il 19 gennaio 1983 all’uscita di casa, mentre a piedi, come di consueto prima che lo si munisse di scorta, si recava in tribunale per l’udienza pomeridiana. Presidente di Sezione di Cassazione presso il Tribunale di Salerno, fu per lunghi anni anche Presidente della Commissione di revisione Cinematografica presso il Ministero del Turismo e dello Spettacolo e, nello stesso periodo, Presidente della Commissione Tributaria Regionale di Appello di Napoli. “Fu sempre animato, come ricordano dal Circolo Carlo Alberto, da una incoercibile passione per la verità e per la giustizia e incurante dei rischi a cui, in particolare nei processi di camorra, lo esponeva la sua intransigenza e integrità morale”. Morì, dopo una lunga malattia, il 29 maggio 2010.

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