Possibili aree inquinate nel Vallo di Diano, il Codacons chiede al Ministero di conoscere i risultati delle indagini del 2014

Di seguito la nota stampa a firma di Roberto De Luca, responsabile Codacons Vallo di Diano.

“Grazie alle segnalazione di alcuni attivisti locali del M5S, i “segreti” dell’elicottero con il “pendaglio” che si aggirava nei nostri cieli nell’estate del 2014 sono stati svelati: un geo-radar che avrebbe raccolto dati preziosi per comprendere quali e quante sostanze sono state eventualmente sotterrate nei territori di quattro regioni del Sud ad alta densità mafiosa

 

La tecnica era quella solita. A detta del conterraneo “Re Mida” (vedi omologo processo al quale è toccata la stessa sorte di molti altri processi fotocopia[1]) “noi appena tocchiamo la monnezza la facciamo diventare oro”. L’oro per pochi, la dannazione per molti. La giustizia non è riuscita a venire a capo delle molteplici attività connesse allo smaltimento illecito dei rifiuti. Lenta e – forse – inadeguata alla lotta di questo fenomeno, ha collezionato prescrizioni su prescrizioni, mentre gli effetti della devastazione ambientale sono diventati sempre più drammatici. Una società che non ha saputo gestire i propri scarti e ha provocato danni ambientali e sanitari a interi territori sotto il controllo diretto delle mafie non si può definire propriamente moderna.

 

Il Vallo di Diano ha forse avuto la sua parte. Così, nel 2014, un elicottero con una sonda munita di telecamera, di magnetometro (per individuare i metalli nel sottosuolo) e di rilevatore di raggi gamma (per individuare eventuali fonti radiattive) ci ha fatto visita. È stata denominata MIAPI (Monitoraggio ed Individuazione della Aree Potenzialmente Inquinate) una campagna del Ministero dell’Interno per l’analisi dei dati raccolti dal Ministero dell’Ambiente attraverso il progetto MIADRA (Monitoraggio dell’impatto ambientale dovuto a reati ambientali). A distanza di quattro anni dai rilievi effettuati ancora non si sa nulla sui risultati, così come accennava, in un’intervista a un’emittente locale, Giuseppe di Giuseppe[2], attivista del M5S del Vallo di Diano.

 

Per venire a conoscenza, limitatamente al nostro territorio, dei risultati del monitoraggio, abbiamo fatto richiesta, come sede locale del Vallo di Diano, di queste informazioni al Segretariato Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. La stessa missiva è stata inviata, per conoscenza, alla Direzione Generale della Commissione Europea per l’Ambiente (Environment Directorate-General of the European Commission). Si attende risposta nei termini previsti dalla legge sull’accesso agli atti.

 

Ancora è viva l’ennesima prescrizione dei reati ambientali messi in luce dall’inchiesta Chernobyl. Ed è vero che il cittadino povero in canne si sente inerme di fronte all’oro dei tanti “Re Mida” di questo enorme “business”. E quante cose fa l’oro: di certo, attraverso il bagliore emesso, riesce a comprare parole e silenzi. Ma le parole sono quelle messe in vendita da persone poco accorte. I silenzi, invece, appartengono alla razza più esecrabile dei vili”.

 

Prof. Roberto De Luca

Responsabile sede Codacons del Vallo di Diano

 

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