Tassi usurai fino al 400%: richiesta di rinvio a giudizio per tre valdianesi

Usura e denunce, minacce e Camorra. Da Campagna e Eboli fino al Vallo di Diano. E’ quanto emerge da un processo riportato da “Il Mattino” in un articolo di Viviana de Vita. Marito e moglie di Campagna , trovandosi in serie difficoltà economiche, si erano rivolti ad alcune persone che dopo avergli concesso quanto richiesto, pretendevano la restituzione della somma con interessi da capogiro. Per rendere più convincenti le loro minacce non esitarono a spendere il nome del noto clan Maiale, costringendo i coniugi alla cessione di un ramo dell’azienda di famiglia. Con l’accusa di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso finiscono davanti al giudice Vincenzo Petrizzo, 60 anni di Padula; il figlio Francesco; Antonio Bosco, 69 anni di Campagna; Vito Maglio, 46 anni di Campagna e Antonio Garofalo, di Sala Consilina (quest’ultimo risponde solo di usura). Dopo la richiesta di rinvio a giudizio l’appuntamento è per il prossimo 26 novembre per l’udienza preliminare.

Due coniugi tra il maggio 2015 e il maggio 2016 hanno denunciato l’usura nei loro confronti. Avevano chiesto un prestito di ventimila euro. Gli usurai richiesero interessi per un ammontare su base annuo superiore al tasso legale, fino al 395,74%. Cominciò così l’incubo per gli imprenditori trovatisi nell’impossibilità di continuare a pagare: nel fascicolo la Procura ricostruisce le minacce fatte ai coniugi dai cinque che non esitarono a tirare in ballo i loro legami con forti sodalizi criminali attivi sul territorio e, in particolare, con Felice Balsamo (estraneo a questa vicenda almeno stando alle richieste di rinvio a giudizio) di Sala Consilina, ritenuto affiliato al clan Maiale. L’episodio più grave preso in considerazione dagli inquirenti e sfociato nella richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura, risale al 2 maggio 2016 quando i coniugi furono convocati da Antonio Bosco, Vincenzo
Petrizzo e Vito Maglio. Fu Bosco a minacciare gli imprenditori intimando l’immediata restituzione della somma data in prestito condita dagli interessi usurai. Se non avessero ottenuto quanto richiesto, avrebbe informato i suoi amici di Bellizzi. I due furono costretti a cedere un ramo aziendale consistente in un intero supermercato. Da qui la denuncia fatta in Procura che ha messo in moto gli investigatori; le accuse  sono aggravate dal metodo camorristico

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