Punto nascita Polla tra toni arroganti, domande inevase, gialli e una sola vittima: il territorio

La Regione presenterà una nuova richiesta di Proroga al Governo per evitare la chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri. E’ il sunto di quanto emerso dall’incontro fiume di ieri al “Luigi Curto” di Polla. Un incontro alla presenza degli onorevoli Franco Picarone e Corrado Matera, dei sindaci e amministratori del territorio, della consulta delle donne, dei sindacati. Mancavano i parlamentari e altre forze politiche del territorio. E questo è uno dei “gialli” di quanto avvenuto ieri. Ne affrontiamo uno alla volta.

Innanzitutto alla fine delle varie disamine, tra scarica barili vari (“è colpa del governo”, “i medici dovrebbero lavorare meglio” etc etc) e tra appelli continui (“legge da abrogare, non si può chiudere” etc etc) occorre sottolineare l’atteggiamento quanto meno aspro da parte di Matera e Picarone alle domande sull’eventuale piano B se il Governo non dovesse accettare la nuova richiesta e il rapporto dell’ente con le cliniche private. Non ci sono state risposte. Anzi risposte ci sono state: nervose o di sguardi di disprezzo. Si volevano porre anche altre domande: ad esempio perché la Regione Campania che aveva avuto contezza della decisione l’8 agosto non aveva fatto nulla (in realtà Matera ha provato a spiegare il perché ma senza entrare nel merito) e perché Vallo della Lucania sì e Sapri e Polla no. Capire se chi e cosa si è sbagliato nella prima richiesta di proroga considerata la bocciatura. Ma il clima non era proprio adatto alle domande. Non solo per l’atteggiamento quanto meno di ostracismo ma anche per le risate quasi ossequiose di alcuni amministratori locali presenti dietro il tavolo dei relatori tra risate e sguardi sbiechi verso chi presentava le domande. Presenti anche ex direttori sanitari fuori dai giochi da tempo e non come ospiti ma relatore. Scelta quanto meno immotivata. Mandia – il direttore attuale – ha assicurato che nessuno paziente o bimbo rischierà.

Da sottolineare la compattezza delle donne della consulta (“pronte a gesti estreme”) e la richiesta del sindaco Giuseppe Rinaldi per un ricorso al Tar. Presentato anche un documento anche della Comunità montana del Vallo di Diano (che inizialmente si è “dimenticata” della Comunità del Tanagro che avrà gli stessi problemi)

Il giallo invece dell’assenza di forze politiche come Movimento 5 Stelle e Noi con Salvini è diverso. Il sindaco Rocco Giuliano ha detto che erano stati invitati, tesi confutata da grillini e leghisti.

La sensazione finale è che due sono le strade e una sola la vittima. La prima strada: il punto nascita di Polla sarà salvato e tutte le forze politiche si ergeranno da eroi. La seconda: punto nascita chiuso e deprimente gioco dello scarica barile. La vittima? Sempre il territorio. Nel primo caso ci prosteremo ai piedi degli eroi, scegliendo nel nostro campo politico, dimenticando che i diritti sono diritti e non “prestiti” dall’alto. Nel secondo caso. Meglio non pensarci.

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