Basket. Linton Johnson, «il casertano d’America». Il campione NBA accolto con entusiasmo al Palazingaro

Due generazioni di appassionati di basket riunite alla fine della partita tra Diesel Tecnica Pallacanestro Trinità e New Caserta Basket: i più anziani, ricordando i bei tempi andati, hanno fermato Nando Gentile; i più piccoli, invece, hanno subito fatto amicizia con un gigante metà americano, metà casertano: Linton Johnson, un nome impegnativo che – a leggerlo tutto d’un fiato – evoca quello del presidente degli Stati Uniti che subentrò a John Fitzgerald Kennedy. Inevitabile che tifosi ed addetti ai lavori lo soprannominassero, per l’appunto, Il Presidente. Una carriera su due fronti, in perfetta sintonia con la traiettoria tracciata da tanti suoi connazionali che hanno fatto la sponda tra America ed Europa: sei stagioni in NBA con sette diverse franchigie (Chicago, San Antonio, New Jersey Nets, New Orleans Hornets, Toronto, Phoenix e Charlotte), un titolo vinto con gli Spurs nel 2005. Otto anni fa, infine, la scelta di attraversare l’Atlantico e mettere radici da noi, in tutti i sensi. Autunno 2010: Johnson gioca da qualche mese alla Sidigas Avellino ed è pronto a partire da Capodichino con i suoi compagni di squadra, destinazione Bologna. Mentre gli altoparlanti informano giocatori e tecnici che ci sarà parecchio da aspettare, Linton incrocia la casertana Delia Radicetti: due voli in ritardo – lei doveva partire per Amsterdam – un amore che sboccerà quasi all’istante. Tre campionati da protagonista in maglia Scandone, poi una serie di esperienze poco esaltanti a Sassari, Varese e Pistoia prima di vestire il bianco e nero della Juvecaserta. Un anno e mezzo fa la decisione di calarsi nel basket delle minors, accettando l’offerta del San Nicola dei Cedri allenato da Piero Falcombello. Fallita per un soffio la promozione in serie B, Linton Johnson si regala a quasi 39 anni una nuova sfida con il New Caserta Basket. Il ragazzo nato a Chicago non ha perso la voglia di brillare e di divertirsi, soprattutto quando può affondare le mani nel canestro. A giudicare da queste immagini, gli riesce ancora molto bene.

Testo di Carmine Marino

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