L’Inps “sbaglia” i calcoli delle pensioni dei carabinieri: un avvocato di Auletta sta tutelando i diritti di decine di militari

Un avvocato di Auletta che tutela i carabinieri. E fa valere i loro diritti da servitori dello Stato ma dallo stesso Stato “non tutelati” quando vanno in pensione. L’avvocato è Claudio Parisi. La lotta è quella per una pensione giusta. Il legale lottando al fianco di decine di ex carabinieri è riuscito a svelare – stando alle sentenze che gli hanno dato ragione – il danno economico subito dai pensionati.

La vicenda. Con la riforma pensionistica ex lege Dini del 95, ai militari che al 1995 (in pratica quelli che vanno in pensione oggi) non avevano 18 anni di anzianità contributiva, viene applicato il sistema pensionistico cosiddetto misto, mentre a coloro che a quella data avevano i 18 anni si applica il vecchio sistema retributivo. Tra i primi e i secondi vi è una differenza mensile netta di circa 600 euro. Tutto legittimo, finora. Ma la nuova difficoltà nasce dal fatto che – secondo quanto scoperto dal legale – l’Inps, a coloro che vanno in pensione con il misto e che quindi già hanno un trattamento sfavorevole, toglie altri duecento euro, circa, al mese attraverso un sistema di calcolo quanto meno particolare. L’Inps determina la quota “retributiva” del sistema misto applicando un’aliquota prevista per il personale civile (35%) e non quella che prevede per militari (54, 44%). Questo piccolo “errore” consente all’istituto previdenziale, quindi allo Stato, di “risparmiare” quattromila euro circa su ogni militare all’anno. E considerando che sono circa 90.000 i pensionati militari la cifra “non versata” è astronomica. Fino al 2017 le sentenze hanno dato ragione all’Inps. Poi nel 2018 la Corte dei Conti Sardegna ha cambiato lo scenario, e per la prima volta, ha sentenziato a favore dei militari in pensione. E Parisi è entrato in campo e ha ottenuto diverse sentenze favorevoli e sta difendendo molti carabinieri della provincia di Salerno.

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