Carte di credito clonate e usura fino al 910%: sei arresti nel Salernitano. C’è anche un 48enne di Polla

Usura in concorso e associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e all’indebito uso di carte di credito. Di questo sono accusate sei persone per le quali è scattata l’ordinanza di custodia cautelare (tre ai domiciliari). L’operazione è scattata questa mattina all’alba ad Albanella, Capaccio Paestum, Salerno, Baronissi, San Giorgio a Cremano e Villaricca. Si tratta di un 48enne di Polla, un 34enne di San Giorgio a Cremano, un 46ienne di Giugliano, un giovane di Agropoli di 27 anni e di due uomini di Capaccio Paestum di 49 e 36 anni.

Il tutto ha avuto inizio nel 2015 quando i carabinieri di Torchiara facevano scattare le indagini in seguito ad alcune denunce per pagamenti fraudolenti – con carte di credito rubate – effettuati di una ditta di Laureana Cilento. Da quanto accertato è emerso che il proprietario della ditta si era prestato all’azione criminosa concedendo a due indagati l’uso esclusivo del pos e del conto corrente abbinato alla propria azienda per estinguere un debito da 8mila euro che aveva contratto con i due e non era riuscito a onorare (la somma era lievitata a 10mila euro). Per far fronte a queste richieste l’imprenditore chiedeva il prestito ad altri due indagati per 4mila euro in contanti. La restituzione doveva avvenire con quattro assegni post datati dall’importo di 1.600 euro l’uno (totale di 8.400 euro). Ovvero una nuova attività usuraia. Le successive indagini hanno “cristallizzato” il tutto e fatto emergere che altre persone era vittime di usura con tassi dal 77% al 910%.

Grazie alle intercettazioni poi è emerso l’esistenza di un gruppo criminoso nel Cilento dedito alla ricettazione di carte di credito proventi di furto e al successivo indebito loro utilizzo. Alcuni degli indagati erano legati tra loro da un vincolo associativo teso alla clonazione delle carte di credito canalizzate e riconducibili a conti correnti accessi presso istituti bancari  asiatici con le quali, poi, con la connivenza di esercenti commerciali della provincia di Salerno, effettuavano pagamenti di somme fino a 9mila euro le quali poi venivano divise tra i consociati,

Il tutto mascherato da una sorta di “legalità” in quanto in caso di contestazione da parte dell’istituto di credito il commerciante avrebbe potuto mostrare lo scontrino dei pos a dimostrazione dell’apparente regolarità dell’operazione. Le intercettazioni hanno permesso di identificare i promotori, cioè chi materialmente clonava le carte. In tutto sono 19 le persone denunciate e 15mila euro sono stati sottoposti a sequestro.

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