Omicidio Angelo Vassallo: dure accuse alla Procura di Salerno da parte del fratello e del sindaco Stefano Pisani

“A distanza di 8 anni e cinque mesi, altri dubbi si incrociano con quelli precedenti e di colpo svanisce la fiducia nei confronti della Procura di Salerno e di altri uomini delle istituzioni”. Sono le dure dichiarazioni diffuse negli scorsi giorni da Dario Vassallo, fratello del “sindaco pescatore” di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato nel settembre del 2010 e i cui responsabili non sono ancora stati individuati. Una rabbia esplosa in seguito alla visione di alcuni atti ufficiali che hanno fatto letteralmente sbottare il presidente della “Fondazione Angelo Vassallo”. Dario Vassallo tramite il suo legale, Antonio Ingroia, aveva fatto richiesta di visionare la relazione balistica e quanto emerso dall’autopsia. Sugli atti, “si legge, spiega Dario Vassallo,  che ad uccidere mio fratello sono stati nove colpi su nove. Per anni invece ci hanno raccontato che su nove colpi esplosi dall’assassino o dagli assassini, solo sette avevano raggiunto il corpo di mio fratello”. Altri elementi mai rivelati alla famiglia Vassallo sono relativi alla posizione dell’assassino rispetto al corpo di Vassallo quando sono stati esplosi i colpi: dalla relazione si evince infatti che sono partiti da una posizione più alta rispetto a quella del sindaco, l’assassino o gli assassini erano, forse, a bordo di un motorino e anche che “le lesioni obiettivate indicano chiaramente che si trattò di una o più armi caricate con cartucce a proiettile unico”. Quindi aggiunge il fratello di Angelo Vassallo le persone che hanno sparato potevano essere anche più di una. “Più che legittima la rabbia dei familiari di Angelo Vassallo rispetto all’atteggiamento della Procura di Salerno”. E’ il commento dell’attuale sindaco di Pollica Stefano Pisani intervistato da Antonio Vuolo de “Il Mattino”. E nella conversazione che il primo cittadino ha telefonicamente con il giornalista emergono dichiarazioni interessanti relativamente all’atteggiamento dei magistrati salernitani:  “Più volte sono stato a Salerno, dice Pisani,  per chiedere personalmente ai magistrati in che modo avremmo potuto collaborare per aiutare a scoprire la verità e perché stufo di sentir dire dalla Procura che la gente di Pollica non collaborava. Da parte loro, invece, non c’è stata mai la volontà di interagire con la comunità locale, guardando sempre tutto da lontano. Gli ho detto sempre coinvolgeteci, vogliamo aiutarvi. Dalla parte opposta, invece, c’è stata sempre distanza”.

 

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