Mattanza di bovini sul Cervati, l’Enpa vuole vederci chiaro: “Troppe cose non chiare”

Sul caso delle mucche di Sanza, abbattute dal servizio veterinario dell’Asl di concerto con i carabinieri del Corpo Forestale dello Stato e coordinata dalla Questura di Salerno per porre rimedio ad una situazione di allarme sanitario e di legalità sul territorio interviene l’Enpa. “Il primo passo è quello di promuovere un accesso agli atti per ricostruire il processo decisionale e la catena di comando che ha portato al massacro degli animali. Massacro motivato con l’esigenza di prevenire una presunta epidemia di brucellosi e tubercolosi. Al contempo, informando Procura e Corte dei Conti, abbiamo diffidato le autorità dal compiere ulteriori uccisioni. Facciamo estrema fatica a credere che non vi fossero alternative al tiro al bersaglio. Prendiamo atto che i bovini erano tenuti in una situazione di dubbia legalità senza alcun controllo sanitario, tuttavia vogliamo sapere su quali basi è stato disposto un inaccettabile massacro. Sono state condotte analisi veterinarie per accertare lo stato di salute degli animali? Sono stati presi in considerazione interventi alternativi alle fucilate? Perché i corpi non sono stati smaltiti immediatamente e, invece, sono stati lasciati sul posto, creando, in questo caso sì, i presupposti per un pericolo sanitario. Ma, soprattutto, come mai si è arrivati al punto di avere ben 50 bovini fuori controllo? Ciò che è accaduto nel Salernitano è un motivo in più per smettere di mangiare carne”.

In quella zona, disse Paolo Sarnelli, Dirigente dell’unità Operativa Dipartimentale “Prevenzione e sanità pubblica veterinaria” della Regione Campania, “ci sono alcune aziende di bovini allo stato brado gestite da soggetti non rispettosi delle regole, tra cui le norme sanitarie, i cui animali non vengono non sottoposti a controlli periodici per brucellosi e tubercolosi, malattie trasmissibili anche all’uomo”. Da qui l’operazione ma che ha creato diverse polemiche.

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