Sant’Arsenio, terremoto politico dopo le dimissioni dell’assessore Vricella

Riceviamo e pubblichiamo: 

Comunicato Stampa gruppo “Sì Cambia”

 Il terremoto politico che si era ormai palesato da giorni con le dimissioni dell’assessore Vricella ha assunto toni ancora più forti nel consiglio comunale tenutosi il 27 giugno. Alla nostra richiesta di invertire l’ordine del giorno e a quella del dimissionario assessore di sospendere la seduta per comunicazioni importanti ai capigruppo, il Sindaco ha opposto uno stizzito rifiuto con l’aggravante che, in barba al regolamento, il presidente del consiglio comunale aveva già negato questa possibilità senza mettere la decisione ai voti.

Non una parola sulla crisi politica da parte del Sindaco, tantomeno da parte dei consiglieri di maggioranza chiamati in causa più volte in questi giorni, ma solo le solite allusioni su colpe che sarebbero da imputare ad altri e che lui da magnanimo “buon padre di famiglia” intende assumersi.

Resta l’approvazione di un bilancio gravato da numerosi contenziosi in atto per i quali non si sono ancora accantonate risorse e la cui quadratura è garantita da crediti residui di cui non è chiara la reale esigibilità. A questo si aggiunge una pesante accusa: l’ormai ex assessore, prima di abbandonare la seduta, ha protocollato una nota al verbale in cui denuncia incongruenze nella delibera di giunta che era parte integrante dell’allegato al rendiconto.

Resta l’ennesimo scossone alla maggioranza dopo le doppie dimissioni del consigliere Giuseppe Pica, l’assenza strategica dei consiglieri “fantasma” per far mancare il numero legale all’approvazione dell’aumento dell’addizionale IRPEF e un Sindaco che continua a glissare non avendo più il polso della situazione. Lo si evince anche dal tergiversare circa la nomina in giunta di una donna, così come intimatogli dalla consigliera alle pari opportunità della regione Campania a seguito dei nostri reclami; nomina che adesso dovrebbe avere meno ostacoli viste le recenti dimissioni di un assessore che gli hanno anche tolto l’onere di effettuare la scelta di chi sacrificare.

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