Proteste per il trasferimento dei rifiuti da Acerra in tutta la Campania. Bonavitacola: “Indicatemi altre aree”

Sono 7 su tutto il territorio regionali i siti di stoccaggio previsti, oltre allo Stir di Battipaglia, per evitare una crisi legata allo stop del termovalorizzatore di Acerra. Come già raccontato nei giorni scorsi, tra questi 7 siti c’è anche quello della zona industriale di Polla. Un’ipotesi fortemente contrastata dal sindaco Giuliano le cui istanza sono state raccolte e portate in Provincia anche dal Consigliere Provinciale Giovanni Guzzo il quale ha assicurato che il sito di Polla sarà solo l’ultima ipotesi adottata in caso di necessità. Ebbene come scrive il quotidiano “Il Mattino” non solo il comune di Polla sta facendo sentire la sua voce, ma anche dagli altri territori arrivano le voci di proteste di amministratori e cittadini, i quali ricordano di “aver già dato” in tal senso. Seppur bisogna ricordare che per la realizzazione di siti di stoccaggio di rifiuti, come quello presente a Polla, i comuni hanno ricevuto dei fondi da parte della Regione, una grande quantità di fondi. Lo stop dell’impianto di Acerra è previsto dal 30 agosto al 12 ottobre. “La Regione Campania, scrive ancora  “Il Mattino”, ha preparato un piano per evitare che i rifiuti restino in strada, l’utilizzo delle piazzole si somma all’apertura dei siti di trasferenza comunali per sistemare la spazzatura del giorno ed evitare le lunghe code dei camion davanti agli impianti e al via alle nuove gare per il trasferimento fuori regione della spazzatura. Al momento nessuna delle condizioni considerate essenziali per evitare difficoltà si è però concretizzata. Anzi, le proteste sono già scoppiate in tutti i Comuni”. Per questo  il vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, nella giornata di ieri, ha inviato una nota agli enti per invitarli a segnalare eventuali nuovi siti di stoccaggio a quelli individuati. Sono interessanti i numeri che riguardano la produzione di rifiuti quando la turbina del termovalorizzatore di Acerra si fermerà: “Nei giorni di fermo della turbina dell’inceneritore, secondo i calcoli di Palazzo Santa Lucia, si accumuleranno 70mila tonnellate di frazione secca, considerando che per la prima settimana le linee due e tre continueranno a lavorare. Naturalmente durante lo stop dell’inceneritore si produrrà anche la solita quantità di frazione umida e quindi complessivamente ogni giorno bisognerà far sparire 3270 tonnellate”. Tra le giuste rimostranze dei sindaci c’è anche un dato di fatto: il piano prevede la riapertura di vecchie piazzole utilizzate per conservare le ecoballe. E qui scatta la protesta: perché in tanti casi la spazzatura impacchettata resta ancora dove è stata depositata circa10 anni fa. Nel dettaglio i siti individuati sono: in provincia di Napoli dove si ipotizza la riapertura del sito di Pantano di Acerra, con due piazzole con capacità di circa 42 mila tonnellate. A Giugliano dovrebbe essere riattivata una piazzola per ospitare 23 mila tonnellate, mentre un altro spazio dovrebbe essere reperito a Masseria del Re per 20 mila tonnellate. Per le balle provenienti da Caivano c’è la possibilità di utilizzare la piazzola di Pontericcio sempre a Giugliano. Le balle nel Casertano finiranno a San Tammaro dopo potrebbe essere ripristinata una della piazzole della vecchia discarica. Per la Provincia di Salerno il sito di Polla, capace di contenere circa 4mila tonnellate di rifiuti e uno nello stir di Battipaglia. Avellino utilizzerà una piazzola dell’impianto di Pianodardine, mentre i Comuni della provincia di Benevento continueranno a conferire presso gli stir delle altre Province.

 

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