Relazione antimafia 2019: il Vallo di Diano “cerniera” di ‘Ndrangheta e Camorra. Il territorio usato da clan vesuviani per le coltivazioni di cannabis

E’ stata pubblicata la relazione  semestrale della Direzione Investigativa Antimafia al Parlamento. Ampio spazio anche alla provincia di Salerno con una panoramica sui movimenti di criminalità organizzata della provincia.

Nel Medio e Basso Cilento, pur non rilevandosi la presenza di organizzazioni criminali, “la particolare vocazione turistico-ricettiva, localizzata soprattutto nella fascia costiera, espone l’area a possibili investimenti di capitali illeciti. Il comprensorio risulta, altresì, oggetto di attenzione da parte di pregiudicati napoletani, in relazione al traffico ed allo spaccio di stupefacenti, soprattutto durante il periodo estivo. In tale ambito si registra l’operatività, per quanto non strutturata, di piccoli gruppi criminali autoctoni, dediti anche questi allo spaccio”. Allo stato, non si registrano eventi che possano indicare una presenza di organizzazioni camorristiche nella Valle del Calore. L’unico fenomeno delinquenziale rilevante è lo spaccio di stupefacenti, approvvigionati nei vicini comuni di Sala Consilina e Atena Lucana.

Nel Vallo di Diano, posto a cerniera tra l’alta Calabria e la Campania, “sono stati documentati – si legge sulla relazione – contatti tra esponenti della malavita locale e delle cosche calabresi dell’alto Ionio e Tirreno cosentino. Sul territorio sono operativi due
gruppi criminali, facenti capo alle famiglie, originarie di Sala Consilina, Gallo e Balsamo. I due gruppi, prima uniti in un unico sodalizio dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, operano separatamente e senza contrasti”. Le investigazioni svolte nel tempo hanno anche evidenziato che l’area è stata oggetto di investimenti immobiliari ed imprenditoriali da parte della criminalità organizzata. Gallo – come da un’ultima sentenza –  è collegata con esponenti delle cosche ‘ndranghetiste Muto di Cetraro e Valente-Stummo di Scalea. Indagini pregresse hanno documentato l’esistenza di una dipendenza gerarchica dei Gallo dai Muto nelle attività legate al narcotraffico.

C’è un aspetto nuovo per quanto riguarda il Vallo di Diano. L’agricoltura…criminale. “La zona si presta ad essere sfruttata per l’illecita coltivazione e produzione di cannabis, attirando in particolare l’interesse di soggetti dell’hinterland vesuviano. L’11 settembre 2018 il GIP presso il Tribunale di Salerno ha emesso un’ordinanza di convalida di arresto e contestuale applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di tre napoletani che illecitamente coltivavano in un terreno sito a Roscigno, località Monte Pruno,  215 piante di cannabis e detenevano 26 piante di cannabis già poste in essicazione. Il 18 settembre 2018, a Montecorice, i Carabinieri hanno tratto in arresto due soggetti, entrambi residenti a Lettere, sorpresi a coltivare  200 piante di canapa indiana. Altre attività investigative hanno consentito di certificare la compartecipazione di personaggi dell’hinterland vesuviano e di altri soggetti del posto nell’approvvigionamento e commercializzazione di stupefacenti. Non mancano episodi intimidatori ed estorsivi, in danno di commercianti locali”.

Poi altro aspetto quello di criminalità e amministrazioni. “Peraltro, pur non rilevandosi ingerenze e tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata in seno alle locali pubbliche amministrazioni, si segnala un’attività di indagine della Procura di Lagonegro, che ha portato alla denuncia, il 18 luglio 2018, da parte dei carabinieri, di due impiegati del comune di Padula e di un imprenditore, responsabili di una truffa ai danni dello Stato, legata alla gara d’appalto bandita per la ristrutturazione di taluni locali della Certosa di San Lorenzo e dell’ex Convento di Sant’Agostino.

Per quanto riguarda i comuni dell’alto Cilento, ad Agropoli si registra la presenza della famiglia Marotta, di origine nomade, “dedita – si legge sul documento – a reati di tipo predatorio, all’usura, al traffico di stupefacenti e al riciclaggio di capitali”. Nel mese di novembre, a conclusione di un’operazione condotta dai carabinieri, sono stati arrestati alcuni esponenti della citata famiglia. Le indagini hanno consentito di documentare la commissione di furti, l’utilizzo fraudolento di carte di credito e il conseguente riciclaggio dei proventi. Inoltre, sono state accertate minacce poste in essere dai componenti del sodalizio nei confronti di Amministratori del comune di Agropoli, del responsabile di una società operante nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani e di alcuni appartenenti alle Forze di polizia”.

 

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