Cinghiali, il Parco “chiama” il Governo. Pellegrino: “Stato di emergenza, servono provvedimenti eccezionali”

L’emergenza cinghiali sta causando difficoltà eccezionali, e per affrontarla vanno adottati provvedimenti altrettanto eccezionali: con questa premessa il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni inoltrerà formale richiesta al Governo – tramite i Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura- dello Stato di Emergenza Nazionale.

È una delle principali linee d’azione decise nel corso del Consiglio Direttivo straordinario convocato dal presidente Tommaso Pellegrino a Vallo della Lucania, presso la sala conferenze del Centro Studi e Ricerche sulla Biodiversità del Parco, in seduta monotematica proprio per affrontare la problematica degli ungulati, sempre più fuori controllo.

L’iniziativa del PNCVDA travalica i confini locali, e indica una strada obbligata che deve condurre prima verso una reale presa di coscienza dell’emergenza in atto, e poi ad una prospettiva risolutiva. Che si preannuncia molto difficile, e che nel caso specifico dell’area Parco non può prescindere da azioni coordinate con le aree contigue e da iniziative che devono vedere protagoniste anche la Regione Campania e la Provincia di Salerno.

 

Il presidente del Parco, Tommaso Pellegrino, ha voluto smentire alcuni luoghi comuni: “Il Parco -ha chiarito- non ha mai immesso nemmeno un cinghiale nella propria area di competenza, e sta già mettendo in campo tutte le azioni consentite dalle normative vigenti per combattere l’emergenza. A partire dai selecontrollori, che in pochi mesi hanno abbattuto 2300 cinghiali, ed ai quali è consentito agire tutto l’anno, dal 1° gennaio al 31 dicembre”. Oltre alla formazione dei selecontrollori, il Parco ha messo in campo altre azioni, tra i quali l’attivazione di centri di cattura e di raccolta, indispensabili per attivare la filiera delle carni dei cinghiali. Inoltre sono in corso indennizzi per i danni causati all’interno dell’area Parco.

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