L’Asl di Salerno nega le cure ad un 17enne affetto da grave forma di distrofia muscolare. Sul caso decide il tribunale

Un caso che sembra arrivare dopo tempo a una svolta. Sarà il Tribunale di Nocera Inferiore a decidere se la Asl di Salerno dovrà autorizzare oppure no la prosecuzione delle cure per Andrea (nome di fantasia), 17 enne affetto da una grave forma di distrofia muscolare. I genitori – tramite l’avvocato Domenico Vuolo – ieri hanno depositato un ricorso che è stato discusso oggi, la cui decisione è attesa per domani. Il problema è lo sforamento dei tetti di spesa della Asl. Il giovane paziente, costretto su una carrozzina, aveva da poco iniziato una terapia pentasettimanale che prevede il monitoraggio continuo della capacità vitale polmonare e della funzionalità cardiopolmonare. La cura in poco tempo aveva già dato dei risultati, migliorando la respirazione di Andrea. La terapia è stata però interrotta e – secondo la famiglia – il rischio è di perdere quanto acquisito in poche settimane.

Il 17 Ottobre il legale ha presentato una diffida alla Asl, chiedendo di riammettere entro 24 ore il paziente alle cure. Ieri, il ricorso per chiedere al giudice di ordinare al responsabile riabilitazione del Distretto 60-Asl Salerno il rilascio dell’autorizzazione alla prosecuzione della terapia. L’ avvocato Vuolo ha affermato che non era mai successo che alla Asl di Salerno si dovesse ricorrere al magistrato per ricevere cure che la stessa Asl ha prescritto come necessarie e urgenti. «E’ un paradosso inconcepibile», afferma il legale, convinto che il giudice riconoscerà «il sacrosanto diritto di Andrea ad una terapia senza la quale, sono gli specialisti a dirlo, la sua salute rischia di essere compromessa per sempre». «Non è possibile in un paese civile – aggiunge l’ avvocato della famiglia del 17 enne – assistere a cose come questa, e nessuno potrà ripagare Andrea e la sua famiglia delle sofferenze e delle ingiustizie che stanno vivendo». Dalla Asl di Salerno replicano che «il rispetto dei tetti di spesa è un obbligo imposto dalla Regione» e che «gli istituti che hanno raggiunto i tetti di spesa erano stati preventivamente avvisati». La Asl ha anche affermato di non aver negato le cure al giovane paziente, ma «di non aver concesso la prestazione presso quel centro che aveva già raggiunto i tetti di spesa. La cura, però, poteva essere eseguita altrove».

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *