“Necessario ridurre il gap infrastrutturale tra nord e sud”: il direttore generale della Banca del Cilento commenta la Manovra 2020

 “Va assolutamente avviato un percorso per ridurre quel gap infrastrutturale storico che c’è sempre stato tra nord e sud e che si è acuito negli ultimi 15 anni”.

Lo afferma Ciro Solimeno, direttore generale della Banca del Cilento, di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania, commentando gli aspetti della Manovra Finanziaria 2020 che in particolare riguardano la Crescita del Mezzogiorno. “Si parla molto -sottolinea Solimeno- degli strumenti pratici che il Governo vorrebbe mettere in campo: in realtà non sono strumenti nuovi ma una riedizione di strumenti che sono stati già utilizzati in altra epoca, e che dovrebbero servire all’infrastrutturazione del sud e a dotare le imprese meridionali di quei finanziamenti utili alla formazione, alla realizzazione e alla crescita del capitale fisso, indispensabile per portare avanti e finanziare il ciclo produttivo delle singole aziende”. Solimeno vede positivamente l’idea del rilancio della Banca per il Mezzogiorno: “A me piace -chiarisce il direttore generale- definirla Banca «per» il Sud, perché Banche «del» Sud ce ne sono già, nel panorama creditizio nazionale. Dovrebbe avere i connotati di un Mediocredito, la classica struttura finanziaria che serve proprio per finanziare anche in modo agevolato e continuo l’infrastrutturazione. E quindi coprire tutte quelle necessità (capannoni, investimenti in infrastrutture informatiche, viabilità, zone industriali), insomma tutto ciò che serve per assicurare spazio vitale per le imprese meridionali. E che dovrebbe portarle ad avvicinarsi, almeno in termini produttivi, alle imprese del centro e del nord”.  Il direttore generale della Banca del Cilento ricorda poi la famosa “quota 34”, che i vari Governi assumevano al loro insediamento: “Il 34% delle risorse investite in Italia -evidenzia Solimeno- dovevano essere destinate alle regioni meridionali. Questa quota 34 negli ultimi anni è stata ridotta, secondo recenti studi, intorno al 28%: concretamente ha significato diverse decine di miliardi in meno per l’economia meridionale. Speriamo che con questo nuovo programma governativo, e in esso uno strumento importante quale potrebbe essere il Mediocredito per il sud, possa servire effettivamente a recuperare questo gap”.

 

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