“Il Centro sportivo Meridionale non può chiudere, noi crediamo nel suo futuro”: il manifesto dello staff di Metasport. Chiesto un incontro pubblico

Circa 1.300 sportivi, strutture che stanno tornando a vivere dopo tempi bui. Oltre 20 operatori, piscine, campi di tennis, ovviamente delle difficoltà, progetti in cantiere e 9 punti per “continuare a crederci”. Metasport è il braccio muscoloso – in quanto sportivo – del Consorzio Centro Sportivo Meridionale. E nel braccio di ferro, tutto politico, sul futuro del Consorzio rischia di perdersi un servizio sportivo e sociale per il territorio, ripresosi negli ultimi tempi. Per questo motivo lo staff di Metasport ha “convocato” i sindaci e la popolazione a un incontro previsto per lunedì 23 dicembre alle 17.30 nella sede di San Rufo per un confronto sul tema. In nove punti lo staff elenca il perché crede ancora nel futuro dell’attività. “Innanzitutto perché confidiamo nel senso di responsabilità dei rappresentanti del territorio e perché riteniamo inaudito che dopo gli ingenti investimenti, milionari, possa interrompersi un modello di gestione come Metasport”.

Da 11 anni l’attività è ripartita ed è in crescita stando ai numeri ma anche alla qualità dei servizi – come confermato dagli utenti – diventando un punto di aggregazione sociale. “Ci crediamo perché è un servizio per i giovani del territorio e peserebbe 10mila euro annui ai Comuni e se non si compartecipa alle spese vuol dire una dichiarata rinuncia al proprio ruolo istituzionale di garante del funzionamento della cosa pubblica e rappresenterebbe un tradimento sociale”. Per evitare questo “danno enorme alla collettività” Metasport chiede il confronto per “valutare un nuovo progetto ispirato a un criterio di socialità e di cittadinanza attiva”

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