L’Asl rassicura il Comune di Teggiano: “Test negativi sulla mucca incriminata”. Continuano intanto le indagini sugli sversamenti e i collegamenti con la Camorra

“La presenza di veleni e tumori nel Vallo di Diano non è corredata da nessuna evidenza scientifica certificata da analisi di laboratorio”. Questo è quanto ha risposto l’Asl di Salerno al Comune di Teggiano in merito alla presunta – è il caso di dire – mucca affetta da tumore per sostanze cancerogene sulla quale tanto si è parlato in queste ultime settimane. Una risposta, quella dell’Asl, firmata dal responsabile del Dipartimento di prevenzione, Nicola Cestaro nella quale si legge ancora. “Le analisi richieste erano al di sotto dei limiti di attenzione previsti dalla normativa. Peraltro il Piano nazionale residui per l’anno in corso – la risposta è del 2019 – per la ricerca nei prodotti di origine animale di sostanze farmacologicamente attive o di sostanze vietate quali quelle ad effetto anabolizzante o di contaminanti ambientali ha confermato l’assenza di positività sui campioni prelevati”.

Insomma una risposta opposta alla disamina del dottore Martino del “Pascale” di Napoli sul tumore presente nell’animale e un aspetto che l’Asl dovrà chiarire. Bisognerà infatti bene delineare se il caso che ha scatenato un’ondata mediatica sul Vallo di Diano definito “nuova terra dei fuochi” sia concreto o meno. Inoltre da quanto trapela c’è una relazione dell’Asl, sempre, che confuta dati e conclusione sulla presenza di un tumore nell’animale.

Resta da chiarire un altro aspetto, la “Terra dei fuochi”, nel Casertano ha preso questo nome per il fatto che venivano, in modo prevalente, bruciati i rifiuti con conseguenze nefaste per l’ambiente. Nel Vallo di Diano, purtroppo, si potrebbe parlare – e  probabilmente è anche peggio – di terra di sversamenti. Perché se il caso del bovino pare sgonfiarsi – stando a quanto rivelato dall’Asl -, continua incessante e sotto traccia l’inchiesta per quanto riguarda gli sversamenti nelle campagne del comprensorio, con due sequestri a Sant’Arsenio e Atena Lucana e – a quanto si sa per ora – tre denunciati. Possibile anche un collegamento con la Camorra soprattutto dell’area del Casertano, almeno, questo trapela dalle indagini che per ora sono portate avanti dalla Procura con il massimo riserbo.

 

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