Le disposizioni del Vescovo De Luca sulle funzioni religiose durante la Settimana Santa

Il vescovo della Diocesi di Teggiano Policastro, Mons. Antonio De Luca con un documento spiega come so svolgeranno le funzioni religiose durante la Settimana Santa. Si seguito la lettera integrale.

“Carissimi,
alla luce delle ulteriori misure restrittive in atto, che riguardano gli assembramenti e i movimenti delle persone, e della delicata situazione che stanno vivendo le nostre comunità, visti il Decreto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti del 25 marzo 2020 e gli Orientamenti per la Settimana Santa della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana del 25 marzo 2020, dispongo quanto segue:
– i Presbiteri celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo. Non è consentita la partecipazione di fedeli;
– i fedeli sono invitati a unirsi alla preghiera nelle proprie abitazioni, anche grazie alla trasmissione attraverso i mezzi di comunicazione dei vari momenti celebrativi che dovrà essere esclusivamente in diretta; nei prossimi giorni sarà disponibile un sussidio per la preghiera in famiglia;
– tutte le chiese della Diocesi continueranno ad essere chiuse fino a nuova mia indicazione.
Per quanto riguarda le celebrazioni, ci si regolerà come segue:
Per la Domenica delle Palme, l’ingresso del Signore in Gerusalemme viene commemorato in forma semplice all’interno dell’edificio sacro. Mentre il sacerdote si reca all’altare, si esegue l’antifona d’ingresso con il salmo, o un altro canto con il medesimo tema. Giunto all’altare, il sacerdote fa la debita riverenza, lo bacia, si reca alla sede e rivolge il saluto; la Messa continua poi nel modo consueto (Messale Romano, Terza forma: ingresso semplice, pag. 121, n. 18).
Si omette la benedizione dei rami di ulivo e la processione. Non è assolutamente consentita la distribuzione, in qualsiasi forma, dei ramoscelli alle famiglie. Per il Giovedì Santo, si seguirà quanto previsto dal Messale Romano (pag. 135) con gli opportuni
adattamenti: la lavanda dei piedi, già facoltativa, si omette; al termine della Messa nella Cena del Signore si omette anche la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca nel Tabernacolo, senza l’allestimento dell’altare della reposizione.
Per il Venerdì Santo, si seguirà quanto previsto dal Messale Romano (pag. 145). Una speciale intenzione di preghiera per chi si trova in situazioni di smarrimento, per i malati e per i defunti sarà aggiunta alla preghiera universale. Per l’Ostensione della Santa Croce, si usa la prima formula adattandola alla situazione. Il sacerdote in piedi davanti all’altare scopre alquanto la parte superiore
della Croce, poi il braccio destro ed infine la scopre interamente, dicendo ogni volta “Ecco il legno della croce…”. Segue l’Adorazione della Croce. L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio è limitato al solo celebrante.
Per la Veglia pasquale, all’“inizio della veglia o lucernario”, omessa l’accensione e la benedizione del fuoco, si accende il cero e, senza alcuna processione, si esegue subito l’annunzio pasquale (Exultet), vedi formulario allegato. Segue la “Liturgia della Parola”. Si leggano almeno tre letture dell’Antico Testamento; non si ometta mai la lettura del cap. 14 dell’Esodo (Messale Romano, pag. 169, n. 21). Dopo la Liturgia della Parola si segua il Messale Romano. Per la “liturgia battesimale”, si rinnovano solo le promesse battesimali, omettendo la benedizione dell’acqua e l’aspersione.
La Celebrazione continua poi come previsto dal Messale Romano. Non è assolutamente consentita la distribuzione, in qualsiasi forma, delle boccette con l’acqua benedetta alle famiglie.
La Messa Crismale è rinviata a tempi migliori, così da consentire la piena partecipazione di presbiteri e laici. Il Consiglio Episcopale Permanente offrirà un orientamento unitario, in sintonia con la decisione che il Santo Padre, Primate d’Italia, adotterà per la Diocesi di Roma. Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi
(Cfr. Sacramento dell’Unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis). Sacramento della Penitenza
In caso di estrema necessità l’atto di dolore perfetto, accompagnato dall’intenzione di ricevere il sacramento della Penitenza, da se stesso comporta immediatamente la riconciliazione con Dio. Se si verifica l’impossibilità di accostarsi al sacramento della Penitenza, anche il votum sacramenti, ovvero, anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnata da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio
che togli i peccati del mondo abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi. (cfr. Concilio di Trento, Sess. XIV, Doctrina de Sacramento Paenitentiae, 4 [DH 1677]; Congregazione per la Dottrina delle Fede, Nota del 25 novembre 1989; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1451- 1452).
Colgo l’occasione per ringraziare tutti per la generosità espressa in diversi modi in questi giorni e in particolare quanti vivranno la Pasqua con concreti gesti di carità.
Vi ricordo tutti nella preghiera e vi benedico di cuore.
Teggiano, 25 marzo 2020
Solennità dell’Annunciazione del Signore + p. Antonio De Luca

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