Covid-19, per il picco dei contagi: «serve ancora una settimana», è quanto affermano gli esperti

I virologi  Fabrizio Pregliasco e Walter Ricciardi spiegano che «La curva sta per stabilizzarsi, ma una discesa evidente arriverà solo a fine aprile e che molto dipenderà dai nostri comportamenti».

In Italia siamo in attesa del picco dell’epidemia da coronavirus, la fase peggiore del contagio, ma anche la data che segna l’inizio della discesa, il cui successo dipende dalle politiche di contenimento. I primi timidi segnali ci sono: “Pur con tutte le cautele del caso”,afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, “vediamo come l’incremento percentuale giornaliero dei soggetti positivi, pur con un valore numerico che aumenta ancora, evidenzia un rallentamento della crescita. Il picco, infatti, si verifica quando si raggiunge il valore massimo di nuovi casi in un giorno”. Valore che, nei giorni successivi, dovrà scendere.

Dato che l’abbattimento più o meno veloce dipende tanto dal nostro comportamento e dal rispetto delle misure di distanziamento sociale non è il caso di allentare la stretta, dovremmo aspettare fino al giorno in cui non registreremo più casi autoctoni, come in Cina. «Più ci si arriva vicini meglio è. Chiaro che poi non sarà “tutti al mare”: dovremo mantenere un’attenzione elevata come stanno facendo a Wuhan, tenerci in casa mascherine e disinfettanti per le mani almeno per il prossimo anno (o due). La ripartenza non sarà istantanea: diverse pandemie hanno avuto ondate successive, anche se con meno casi complessivi», afferma Pregliasco. Una ripresa graduale, quindi, e con molte cautele, ma almeno saremo più organizzati con i controlli per prevenire l’eventuale seconda ondata. «Torneremo a una vera normalità quando avremo una cura specifica e un vaccino e ci vorranno mesi», conclude Ricciardi.

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