La forza delle mamme e la foto simbolo dal reparto Covid di Polla. “Ce la faremo”

Una Pasqua lontano dai familiari, tenendosi per mano, pensando ai propri figli. E dall’area Covid di Polla inviano un incoraggiamento a tutte le mamme contagiate dal Coronavirus come loro: «Non dobbiamo mai arrenderci, l’amore di una mamma é più forte di questo maledetto, subdolo virus. Si lotta e vinceremo». Marianna, 50 anni, e Michela di 34 sono ricoverate da fine marzo nel reparto Covid dell’ospedale di Polla diretto dal dottore Domenico Rubino e raccontano la sensazione straniante di una festa trascorsa alle prese con la paura: «A Pasqua accanto all’ansia e al dolore di tutti i giorni si aggiunge un forte ed insopportabile senso di malinconia».

Le due donne hanno rispettivamente tre e due figli, e con loro possono parlare da settimane solo attraverso telefono e videochiamate. All’inizio erano in isolamento totale, poi l’ospedale si è affollato e i medici sono stati costretti a collocare in alcune stanze due pazienti. Marianna e Michela da allora si sostengono a vicenda, e oggi hanno voluto fotografare le loro mani strette in segno di solidarietà e amicizia. I loro familiari hanno fatto arrivare alcuni dolci e un uovo di cioccolato, che è stato aperto nella stanza e condiviso con medici, infermieri e altri pazienti covid.

«Vogliamo inviare – dicono per telefono – il nostro augurio a tutte le mamme contagiate d’Italia che come noi non possono stare con i propri figli e mariti. Oggi é ancora più malinconico non poter vedere i nostri cari. É una malinconia che ti prende dal profondo del cuore e ti scorre per tutto il corpo, fa più male dei colpi di tosse che ti trafiggono il petto».

Le due mamme sono entrambe del Vallo di Diano, la zona del Salernitano dove il virus si è particolarmente diffuso provocando la messa in quarantena di ben cinque comuni, sono 136 i contagiati, 15 le vittime. “Ringraziamo – concludono le due donne – i medici e gli infermieri che non ci lasciano mai sole, giorno e notte, incoraggiandoci nei momenti di sconforto”.

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