Rinascere con il carciofo, il km zero e il mercato di prossimità. Così l’area del Tanagro affronta la crisi

La terra sarà una delle risorse del futuro. Lo era in passato, lo sarà ancor di più per affrontare l’emergenza economica che si prospetta – anzi è già in atto – e che non certo risparmierà il Vallo di Diano. E allora la risorsa terra si prepara a essere miniera, o quanto meno punto di riferimento per un’area come quella del Tanagro. Il carciofo, ancora una volta, da buon re di un territorio, si prenderà sulle spalle la ripresa. Il “Carciofo Bianco di Pertosa” è Presidio Slow Food dal 2002 e conta 11 produttori che sono al lavoro – con tutte le precauzioni del caso – per garantire una ottima coltivazione, soprattutto per il mercato di prossimità. Sono messi a coltura circa 60 ettari, per una produzione complessiva che si attesta a circa 60 tonnellate. Da circa una settimana la campagna del Carciofo Bianco di Pertosa è cominciata e dovrebbe terminare intorno la metà di giugno. “Siamo in produzione e abbiamo già effettuato la prima raccolta; le premesse sono buone e si prospetta una campagna soddisfacente, contraddistinta da un’ottima qualità dei capolini e da una produzione nella media”. Così ha detto a FreshPlaza, Alessandro Pucciarelli presidente del Presidio Slow Food del Carciofo Bianco di Pertosa. Il carciofo viene coltivato ad Auletta, Pertosa, Caggiano e Salvitelle. Quest’anno la sagra del carciofo a Pertosa è stata annulla a causa del Covid-19 ma non la coltivazione e la vendita soprattutto a chilometro zero. Il Consorzio comunque ha attivato la filiera della vendita anche in una zona non del Tanagro, in contatto con supermercati, enoteche autorizzate alla vendita del fresco. Il prezzo di mercato è più basso ma il Consorzio non molla e i contadini hanno proseguito con caparbietà questa strada. Inoltre è programmata una produzione di sott’olio molto decisa per il commercio futuro. Un prodotto coltivato con antiche metodologie e che viene “curato” in modo artigianale e naturale. Per rispettare il re del Tanagro che ancora una volta si vuole mettere sulle spalle le sorti del territorio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *