A Florida nessun caso di Coronavirus, i fedeli uruguaiani: “San Cono ci protegge”. Statua del Santo in processione

Quello di Florida è uno dei pochissimi dipartimenti in Uruguay ancora immuni al Coronavirus: una “immunità” che tantissimi fedeli attribuiscono a San Cono, il santo più famoso dell’Uruguay, portato in Uruguay a fine ottocento dagli emigrati di Teggiano.

Tanto che -come racconta il quotidiano “Gente d’Italia”  la domenica di Pasqua, nella città di Florida, si è svolta una sorta di processione a distanza organizzata dalla Intendencia di Florida. La statua del Santo, che è custodita all’interno di una cappella con annesso museo, è stata fatta quindi circolare su un’auto per le vie di Florida, raccogliendo gli applausi ed i saluti delle persone dall’interno delle loro case, proprio per rispettare le misure di prevenzione imposte dall’emergenza sanitaria. Una iniziativa voluta per seminare speranza in momenti di incertezza come quelli che si stanno vivendo oggi in tutto il mondo a causa del COVID 19, in una città come Florida dove San Cono rappresenta un simbolo che va oltre l’aspetto religioso. Un aspetto conosciuto molto bene da Fabio Ragone, ricercatore di origini teggianesi, che a Florida è stato più volte per studiare il culto di San Cono: “In questo momento di difficoltà -sottolinea Fabio- può essere terapeutico poter vedere per le vie della città un’immagine che rappresenta qualcosa di molto vicino alla gente”. Fabio ricorda come 150 anni dopo, un’intera comunità, seppure dall’altra parte del mondo, sia tornata a chiedere collettivamente una protezione a San Cono. “La prima volta -spiega il ricercatore valdianese- avvenne il 16 dicembre del 1857 a Teggiano, in occasione di un terribile terremoto che rase al suolo tutta la zona. Incredibilmente Teggiano si salvò e non ebbe neanche una vittima. Fu il primo miracolo con richiesta collettiva e fu determinante per la santificazione che avvenne poi nel 1871″. Ora è un’altra comunità, quella di Florida in Uruguay, ad invocare collettivamente la protezione di San Cono: questa volta dal terribile Coronavirus.