Don Andrea, il prete anti-usura: “Il Vallo di Diano a fortissimo rischio. La criminalità organizzata guarda al nostro territorio”

“Il Vallo di Diano è a forte rischio per l’usura. Lo è sempre stato, ora ancora di più”. Il grido di allarme è di Don Andrea La Regina della fondazione Nashak. La crisi economica dovuta all’emergenza Covid sta colpendo a livello mondiale, ma non bisogna certo dimenticare i “micro mondi” come può essere il Vallo di Diano. Un’area dove l’economia media non è certo florida, vittima spesso dell’usura e ora ancor più a rischio. Presto per parlare di numeri e richiesti ma il livello di sovraindebitamento è il primo campanello d’allarme, forte e da attenzionare per il comprensorio. “La situazione  è complicata – sostiene don Andrea – in un territorio già in difficoltà. La restrizione del credito, dopo la crisi del 2008 è stata resa ancor più grave da questa situazione. Ci si trova di fronte all’impossibilità di tenere a impegni presi”. La perdita del lavoro o il lavoro in nero sono conseguenze che portano a ulteriori gravi conseguenze. E in queste si insinua la criminalità organizzata che vede nel Vallo di Diano una terra florida per i propri malaffari con l’usura che rischia di diventare una pratica molto diffusa. “Le mafie guardano al Vallo di Diano ma bisogna stare attenti anche all’usura del vicino, di chi ha la disponibilità di prestare soldi e poi …”. Insomma una situazione che rischia di creare ancor più povertà. “Il problema -rimarca don Andrea – è l’accesso al credito e la necessità di liquidità per riprendere il cammino e il lavoro. La legislatura deve intervenire e devono essere protagoniste, positive, tutte le parti in causa”.

Serve un “nuovo patto morale sul credito tra banche, istituzioni e persone per agevolare il mercato legale del credito. Favorire chi ha meriti”. La fondazione Nashak è vicino alla popolazione, con la prevenzione e con il percorso verso la denuncia”. E infine l’appello. “La situazione nel Vallo di Diano è grave, dobbiamo dircelo e capire, lo devono capire le istituzioni. Un territorio che storicamente ha avuto un accesso al credito illegale e che ora potrebbe vedere un peggioramento. Per questo la banca etica, il patto morale, il sostegno reciproco rappresentano il percorso da seguire e con un’attenzione massima nei prossimi sei mesi”.

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