La beffa delle 54 aziende del Vallo di Diano sul “Cura Italia”. Aquino: “Il bando va rifatto”

Un secondo e mezzo. Tanto ci è voluto per far terminare cinquanta milioni a fondo perduto per sostenere la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di dispositivi di protezione individuale (DPI) per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19. E 54 aziende del Vallo di Diano che hanno provato a partecipare sono rimaste a bocca asciutta. Lo denuncia Maria Antonietta Aquino, di Confesercenti Vallo di Diano: “54 istanze mettendo l’anima e inviate nei primi secondi dall’apertura del bando – rimarca -, come le aziende hanno avuto modo di verificare e i risultati sono evidenti. Un consiglio ritirare il bando e rivedere le condizioni”.

Una situazione quanto meno strana, perché le aziende hanno inviato la propria richiesta pochi minuti dopo l’apertura del fondo, per cifre bassissime, eppure non ci sono riuscite ad accedermi. Alcune anche pochi secondi dopo. Lo dicono i documenti, le ricevute. Ma spulciando tra i nomi delle aziende che hanno ottenuto il fondo e notando le cifre richieste e ottenuto, si nota che i “grandi” hanno fagocitato tutte le richieste dei piccoli e chissà come sono arrivate praticamente all’istante le loro domande. Si tratta di “CuraItalia Incentivi” portata avanti sulla piattaforma Invitalia ovvero l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia.

Un’agenzia – si legge sul sito – che «dà impulso alla crescita economica del Paese, punta sui settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione, è impegnata nel rilancio delle aree di crisi e opera soprattutto nel Mezzogiorno. Gestisce tutti gli incentivi nazionali che favoriscono la nascita di nuove imprese e le startup innovative». Nel caso del “CuraItalia” qualcosa stona a diverse aziende del Vallo di Diano (e probabilmente anche nel resto d’Italia) perché – è emerso – che pur avendo rispettato ogni forma nella domanda, nessuna delle piccole aziende e imprese locali, o almeno quelle che hanno un bilancio non alto, è riuscita ad accedere al fondo. Ma ad avere accesso – stando ai risultati campani – sono state grandi aziende farmaceutiche o di produzione degli stessi Dpi, oltre che istituti bancari e finanziari.
La Aquino protesta e annuncia: “Non finirà qui”.

La beffa delle 54 aziende del Vallo di Diano sul "Cura Italia". Aquino: "Il bando va rifatto"

La beffa delle 54 aziende del Vallo di Diano sul "Cura Italia". Aquino: "Il bando va rifatto"

Pubblicato da Italia Due su Sabato 23 maggio 2020

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *