Sequestrata al porto di Salerno la “droga dell’Isis”: si tratta di 14 tonnellate di amfetamine

Sequestrata al porto di Salerno la “droga dell’Isis”: si tratta di 14 tonnellate di amfetamine

Sequestrata al porto di Salerno la “droga dell’Isis”: si tratta di 14 tonnellate di amfetamine

Pubblicato da Italia Due su Mercoledì 1 luglio 2020

La Guardia di Finanza di Napoli ha sequestrato nel Porto di Salerno un ingente quantitativo di droga, 14 tonnellate di amfetamine, 84 milioni di pasticche col logo «captagon», prodotte in Siria dall’Isis per finanziare il terrorismo. Il valore della droga, trovata dalle «fiamme gialle» in tre container, è stato stimato in oltre 1 miliardo di euro. La droga era stata nascosta in cilindri di carta per uso industriale e macchinari costruiti in maniera tale da impedire agli scanner di individuare il contenuto.
Il captagon – spiega una nota della Guardia di Finanza di Napoli – viene smerciato in tutto il Medio Oriente ed è diffuso sia tra i combattenti per inibire paura e dolore sia tra i civili perché non fa sentire la fatica. Prodotta inizialmente soprattutto in Libano e diffusa in Arabia Saudita negli anni Novanta, questa sostanza stupefacente è ricomparsa nei covi dei terroristi – come ad esempio nell’attacco al Bataclan di Parigi nel 2015 – ed è perciò stata soprannominata la «droga dell’Isis» o la «droga della Jihad».

Secondo la Dea americana (Drug Enforcement Administration), l’Isis ne fa largo uso in tutti i territori su cui esercita l’influenza e ne controlla lo spaccio. Una volta avviati gli impianti chimici di produzione, è facile per Isis produrre ingenti quantitativi anche per il mercato mondiale delle droghe sintetiche. Due settimane fa, sempre nel porto di Salerno, gli specialisti del Gico di Napoli avevano intercettato un container con un carico contenente 2.800 kg di hashish e 190 kg di amfetamine con lo stesso identico simbolo.

Sono in corso indagini per individuare i responsabili che, proprio in relazione all’ingente quantitativo sequestrato, potrebbero operare per conto di un «cartello» di clan di camorra capace di commercializzare le sostanze in ambito internazionale. Secondo gli investigatori delle fiamme gialle e gli inquirenti della Procura di Napoli, che hanno coordinato l’operazione, infatti, è verosimile che sia coinvolto un «consorzio» di gruppi criminali, sia per il valore totale delle spedizioni, sia per la distribuzione sui mercati di riferimento (85 milioni di pasticche possono soddisfare un mercato di ampiezza europea). Non si esclude che dopo lo stop imposto dal lockdown molti trafficanti, anche in consorzio, possano essersi rivolti alla Siria, la cui produzione invece non pare aver subito rallentamenti. Una volta avviati gli impianti chimici di produzione, è facile per l’Isis produrre ingenti quantitativi anche per il mercato mondiale delle droghe sintetiche, in modo da accumulare rapidamente ingenti quantità di denaro da utilizzare per finanziare il terrorismo. Secondo la DEA americana (Drug Enforcement Administration), l’Isis fa largo uso di droga in tutti i territori su cui esercita l’influenza, controllandone lo spaccio.

Secondo gli inquirenti il sequestro di anfetamine dell’Isis – che se immesse sui mercati avrebbe fruttato oltre un miliardo di euro – sarebbe quello più ingente a livello mondiale. Il valore della droga è stato calcolato moltiplicando il numero delle pasticche trovate, 84 milioni, con il costo medio che viene imposto al consumatore finale che si aggira tra 10-15 euro a pasticca.

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