Sulle strade del Vallo di Diano e del Cilento tutti in gara per il Gran Premio dell’Imbecillità

Nel tratto di strada tra Sala Consilina e Padula abbiamo fatto un esperimento: contare quante persone (ovviamente nella corsia opposta) fossero alla guida con una mano impegnata a tenere il telefonino. Dopo le prime 5 abbiamo smesso di contare. Se non ci credete, provate anche voi.

Sulle strade del Vallo di Diano e del Cilento tutti in gara per il Gran Premio dell’Imbecillità

SULLE STRADE DEL VALLO DI DIANO E DEL CILENTO TUTTI IN GARA PER IL GRAN PREMIO DELL’IMBECILLITÀ

Pubblicato da Italia Due su Giovedì 6 agosto 2020

D’altra parte ormai ci siamo abituati a vedere le cose più assurde, nello sport molto diffuso che mette in palio il Gran Premio dell’Imbecillità: cellulari in mano mentre si guida negli incroci, nelle manovre, a retromarcia, in salita e in discesa; e ancora inseparabili con la pioggia battente o il sole accecante, addirittura facendo i sorpassi. E almeno in questo esiste “par condicio”: donne e uomini ugualmente meritevoli di salire sul podio dell’imbecillità.

Più in generale, ammettiamolo, anche nel Vallo di Diano e nel Cilento esiste un problema serio di educazione stradale. Pensiamo di essere i padroni della carreggiata, ci esibiamo in sorpassi da ritiro della patente. Non rispettiamo i limiti di velocità, e poi però ci fermiamo con la nostra bella auto o la moto in mezzo alla strada a chiacchierare tranquillamente con l’amico che arriva sulla corsia opposta, oppure con qualche pedone. E guai a disturbare.

Parcheggiamo dove ci pare e quando ci pare, non rispettiamo le precedenze né la segnaletica stradale. Le strisce pedonali -quando ci sono- servono ai pedoni come pro-memoria per fermarsi, in attesa che non transiti nessuno. Una cosa molto fastidiosa è poi lo Schumacher di turno che si attacca dietro l’auto, a 5 centimetri, impaziente e quasi offeso per la nostra “andatura lenta” rispettosa dei limiti di velocità. Non solo dà fastidio, ma spaventa, perché frenare diventa un problema e si finisce per dover scegliere il rischio di tamponare o quello di essere tamponati. E non dimentichiamo che la cintura di sicurezza è spesso un optional.

Queste cose accadono quotidianamente, 365 giorni all’anno. E su questo bisogna sensibilizzare: siamo tutti responsabili in qualche modo di questo andazzo. Il mancato rispetto delle regole produce una mentalità diffusa, che i nostri ragazzi assorbono e emulano: leggiamo –e non ci meraviglia- di giovani che in questi giorni estivi utilizzano le loro bici “sfrecciando” sui marciapiedi o addirittura scendendo in modo spericolato le scalinate pubbliche. Rischiando di farsi male e di far male a qualcuno. E per fortuna nel Vallo di Diano e nel Cilento non è ancora molto diffuso il monopattino elettrico, perché certamente sarebbe un disastro.

Volutamente non abbiamo trattato la piaga di chi si mette al volante dopo aver abusato di alcool o di droghe, perché questo tipo di reato –purtroppo anch’esso diffuso- merita un capitolo a parte: in questo caso non si tratta più di semplici imbecilli, ma di veri e propri criminali.

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