Coronavirus: Primo bilancio sullo smart working, un’esperienza vissuta da milioni di italiani

Prima della pandemia era materia per pochi esperti nei mesi del lockdown, lo Smart working, il lavoro agile è stato l’unico modo per conciliare figli e vita professionale. Gli italiani che hanno lavorato da remoto sono passati da 500mila a più di 6milioni. Tutte le indagini registrano che vi è stato un largo apprezzamento da parte dei lavoratori e del management, sopratutto per la capacità di conciliare i tempi di vita personale e di lavoro, attraverso la forma dello Smart working. Molte le criticità, una è quella oggettiva che riguarda la banda larga e che non tutti ne sono in possesso, pertanto diventa impossibile lavorare in remoto. Con la proroga dello stato di emergenza è stato prolungato anche lo Smart working, ma il diritto di lavorare da casa, se si hanno figli con meno di 14 anni, vale fino all’inizio della scuola 14 settembre. Per tale motivo la ministra Bonetti, chiede di rinnovarlo per aiutare i genitori in caso di quarantena in famiglia e consentirebbe la conciliazione anche della cura della famiglia. Il lavoro agile rimane comunque uno strumento che resterà anche dopo l’emergenza con una serie di vantaggi sia in termini di produttività che in termini di vita personale.

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