Così brucia il Vallo di Diano: l’occhio del drone sulle immagini dell’ennesimo incendio, questa volta a Padula

Ancora immagini impressionanti del Vallo di Diano che brucia, un po’ il simbolo di questa disgraziata estate 2020.

Così brucia il Vallo di Diano: l’occhio del drone sulle immagini dell’ennesimo incendio, questa volta a Padula

COSÌ BRUCIA IL VALLO DI DIANO: L’OCCHIO DEL DRONE SULLE IMMAGINI DELL’ENNESIMO INCENDIO, QUESTA VOLTA A PADULA

Pubblicato da Italia Due su Lunedì 21 settembre 2020

Sono serviti due giorni per domare l’ennesimo incendio sviluppatosi territorio valdianese, questa volta nel territorio tra Sala Consilina e Padula, nei pressi della cava di San Giovanni in Fonte. Domenica pomeriggio, poco dopo le 16:00, l’allarme: sul posto è giunta immediatamente la squadra del Servizio Antincendio Boschivo del distaccamento di San Rufo guidata dal Caposquadra Ricciardone, raggiunta in breve dai volontari della Protezione Civile “Vallo di Diano” di Padula, attivati dalla Sala Operativa Regionale su segnalazione dei forestali. I volontari padulesi hanno impiegato il drone -come si vede dalle nostre immagini- per visualizzare e circoscrivere l’area dell’incendio. Poi la squadra della Comunità Montana e i volontari padulesi sono riusciti a circoscrivere le fiamme, senza poterle spegnere completamente a causa del buio sopraggiunto. La procedura di sicurezza prevede infatti che in questi casi bisogna far rientro e riprendere le operazioni il mattino successivo. Come in effetti è avvenuto: stamattina l’incendio è ripreso in modo minore con qualche fumaiola, prontamente tenuta sotto controllo dalla squadra del Servizio Antincendio boschivo di Padula. Avvistati i fumaioli e prontamente raggiunto il posto, la squadra guidata da Casalnuovo è riuscita a circoscrivere tempestivamente il fuoco. In tarda mattinata la situazione sembrava essere sotto controllo, ma resta l’amarezza per il patrimonio boschivo andato perso in questa maledetta estate 2020 nel Vallo di Diano, e per i danni ambientali e naturalistici. Che non si fermano ad incendi conclusi, ma rischiano di rendere precario l’equilibrio idrogeologico dei territori colpiti.

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