Due reparti chiusi, l’accettazione al Pronto soccorso “promiscuo”, le tende da riaprire (ma manca il personale). La situazione dell’ospedale di Polla

Con l’aumento dei tamponi, dei casi rilevati e con il ritorno del contagio, il “Luigi Curto” di Polla torna a essere al centro dell’emergenza da pandemia anche se non bisogna affatto dimenticare tutte le altre patologie. I problemi sono tanti. A cominciare dalla gestione dei pazienti. Due persone ricoverate con sierologici negativi sono poi risultate positive al tampone e questo ha fatto sì che i reparti chiudessero, con il personale all’interno, in attesa di trasferimento dei pazienti. Poi c’è la lunga attesa per conoscere l’esito dei tamponi – che dura anche oltre cinque giorni – e rende praticamente impossibile tracciare il virus nell’area del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro (dove si contano un centinaio di positivi) nonostante l’enorme sforzo del Dipartimento di prevenzione diretto dalla dottoressa Rosa D’Alvano. Ritardi enormi – citati dallo stesso governatore Vincenzo de Luca – che portano ad avere situazioni incresciose, paradossali, pericolose. Le storie simili collegate al tardivo esito del risultato del tampone, in pochi giorni di esplosione della seconda ondata, sono troppe e creano problemi sanitari importanti. La prima riguarda un 59enne di Atena Lucana trasportato all’ospedale di Polla per alcuni sintomi da Covid. Non solo, l’uomo vive con altre persone già contagiate. Viene trasportato al Pronto soccorso del “Luigi Curto”, accede dall’ingresso di Triage (abbiamo le immagini in esclusiva del luogo) dove accedono tutti gli altri pazienti, non c’è più la differenziazione e viene adagiato nell’area predisposta per i sospetti Covid. Un’area – occorre dire a margine – che non ha un terzo accesso (che consentirebbe più sicurezza per il personale e per i pazienti), che deve fare i conti con il sistema d’areazione difettoso da aprile e che non ha una zona destinata ai rifiuti Covid, tanto che in alcuni casi vengono adagiati all’esterno della struttura come mostrano le immagini in nostro possesso. Tornando alla storia del 59enne, viene sotto sottoposto a tampone per avere la certezza del suo contagio. Si tratta di un cosiddetto paziente grigio e quindi non può essere ancora traferito negli ospedali Covid (Polla non lo è). L’area manca anche di personale, considerando la scarsità numerica di materiale umano in forza al Pronto soccorso e all’ospedale in genere. Per le 48 e più ore che passano dal tampone all’esito a vegliare sul paziente spesso sono solo un infermiere e un Oss e non un medico. Quando arriva il tampone, la sera di quasi due giorni dopo il ricovero, occorre trasferire il paziente in un ospedale Covid, ma a questo punto si scopre che non c’è la disponibilità di un’ambulanza contenitiva e quindi il mattino successivo il trasporto a Benevento viene trasferito con un’ambulanza “normale” con personale dello stesso Pronto soccorso che nonostante le grandi difficoltà non ha voluto lasciare solo il paziente. Dalla storia del 59enne a quella di persone che hanno bisogno dell’esito del tampone per delle cure fondamentali che siano trasfusioni (esito arrivato praticamente pochi minuti del ricovero nella storia di una donna di Polla con trasfusione posticipata) o esami vitali al Gaslini: è la nota storia di Samuele, affetto da una malattia rara, che non ha mai saputo l’esito del suo tampone effettuato tre giorni prima di ricoverarsi nell’ospedale genovese. È stato necessario un nuovo tampone in Liguria (al Pronto soccorso) con tutti i pericoli del caso per poter essere sottoposto all’esame. Il ritardo sulla conoscenza dei risultati tamponi, inoltre, ha fatto sì che anche l’esito dello screening effettuato all’ospedale pollese sia stato conosciuto dopo giorni rendendolo quasi vano.

Per quanto concerne l’organizzazione, il direttore sanitario Luigi Mandia potrebbe riaprire le tende della Protezione civile per un Triage più sicuro per l’intero nosocomio, ma il problema, in questo caso è la mancanza di personale per poter permettere una turnazione in tutti i settori, perché occorre ricordare che non bisogna dimenticare le altre patologie da curare. Una situazione difficile che necessita di attenzione massima e risposte celeri e concrete.

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