“Pericolo infiltrazione del crimine organizzato anche nel gioco online”. L’allarme dell’esperto

Con il nuovo DPCM, varato il 24 ottobre scorso, l’Italia è ripiombata nell’incubo Coronavirus. Troppo forte questa seconda ondata, che ha rischiato più di marzo di piegare in due la già fragile sanità italiana. Versione soft di quarantena, ma pur sempre quarantena. Che si traduce in chiusure e blocchi più o meno ampi. A soffrirne più o meno tutti, in prima linea, oggi come ieri, il mondo del gioco d’azzardo.

Le sale da gioco e da scommesse furono le prime a chiudere, le ultime ad aprire. Una crisi senza precedenti, quella primaverile, che rischia di ripalesarsi ora con questo lockdown all’italiana che lascia operative solo le
piattaforme online di casinò, che stanno già registrando un sensibile aumento di accessi da parte degli utenti. Ne ha parlato in una recente intervista Fabio Maggesi, partner di MepLaw, nonché noto giurista esperto di betting: “La disparità di trattamento è cosa evidente, sotto gli occhi di tutti. Il settore del gioco ha subito la sorte di cinema e teatri, con conseguenze tragiche soprattutto per migliaia di lavoratori” – ha detto. A quale disparità si riferisce Maggesi?

Alle chiusure ovviamente, che obbligano le sole sale da gioco virtuali a far fronte comune per un’azione di controllo sui giocatori, però limitata per natura stessa dei casinò online: ci si deve fidare insomma delle persone, senza poter andare molto a fondo. Da qui, denuncia Maggesi, rischia di crescere l’infiltrazione del gioco illegale, o in qualche modo collegato al crimine organizzato: “Un fenomeno che rischia di affossare ulteriormente il settore, minando la reputazione di chi, invece, agisce nel pieno rispetto della legge”, ha detto. C’è del resto un patrimonio da difendere: il gioco online ha cominciato la sua crescita nel 2019, quando cioè si è riscontrato un aumento del 12,3% rispetto al 2018. Mentre per il 2020 si dovrà aspettare, il primo trimestre dell’anno è stato molto indicativo in questo senso, parlando di una crescita del 27%.

La crescita esponenziale del betting online impone maggior attenzione, soprattutto da parte delle autorità preposte alla vigilanza: tutto purché si limitino gli illeciti, già denunciati dalla Direzione Investigativa Antimafia in tempi non sospetti, relativi al precedente periodo di lockdown. Intanto i casinò online fanno come possono, per limitare i danni e continuando a lavorare nei limiti di una normativa sempre più stringente. Sfruttando per esempio l’unica forma legale di sponsorizzazione. Quella che cioè punta sui bonus, in particolare quelli senza deposito. Gaming Insider lo definisce come una tipologia particolare di bonus, ovvera una promozione con cui l’utente, una volta registratosi sul portale, può cominciare a puntare pur non avendo caricato soldi sul conto aperto. Una strategia che alla lunga si è rivelata vincente in termini di fidelizzazione e a livello di crescita degli stessi portali, capaci così di attirare sempre più utenti nuovi pronti a sfruttare i vantaggi di questa tipologia di bonus.

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