Emergenza COVID, nel nuovo decreto del Presidente Pentangelo elencate le criticità del Tribunale di Lagonegro

Tornano sotto riflettori l’inadeguatezza e, in generale, la logistica degli spazi del tribunale di Lagonegro, evidenziati ancora di più dall’emergenza pandemica in corso.

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A fare notizia, questa volta, è il fatto che a puntare il dito in particolare sulla superficie e la collocazione delle aule del tribunale destinate al settore penale è addirittura il Presidente del Tribunale di Lagonegro Luigi Pentangelo, nell’ultimo decreto firmato il 1° dicembre con il quale dispone nuove misure di intervento per contrastare il rischio epidemiologico. In particolare nel decreto Pentangelo ribadisce punto per punto le criticità che rendono necessaria l’adozione di ulteriori provvedimenti in relazione all’emergenza COVID:

  • di cinque aule sono due sono capienti in modo congruo;
  • gli accessi alle aule sono aperti su ristretti e lunghi corridoi, che non facilitano la sosta delle persone interessate;
  • l’aula più grande è situata al Piano Secondo, dove si arriva dopo un lungo percorso di attraversamento dell’edifico (tramite una sola scala e un solo ascensore);
  • le aule restanti sono situate al Piano Terra, che insiste nell’area comune d’ingresso al Palazzo di Giustizia, area la quale non solo è sede di incrocio tra molteplici flussi di personale e utenza rispettivamente dei diversi Uffici di Tribunale, Procura della Repubblica, Giudice di Pace, e l’Ufficio Notifiche Esecuzioni e Protesti, ma che ospita anche l’aula dove di tengono le udienze penali del Giudice di Pace di Lagonegro.

Per tutti questi motivi, ed ovviamente considerato l’andamento ancora preoccupante della seconda ondata COVID, il presidente del tribunale di Lagonegro ha ritenuto necessario firmare il terzo decreto in ordine di tempo finalizzato a limitare gli assembramenti presso il Palazzo di Giustizia lagonegrese, rimodulando calendari e modalità delle udienze fino al prossimo 31 gennaio 2021.

“Ancora una volta –commenta l’avvocato Elisabetta Giordano- si dimostra l’incongruenza della soppressione del Tribunale di Sala Consilina e del suo accorpamento a quello di Lagonegro. Non è normale che un pezzo della Campania e della provincia di Salerno sia stato amputato di netto e trasferito in altra regione e altra provincia. Per di più la carente struttura del Palazzo di Giustizia di Lagonegro non si è dimostrata adeguata ad accogliere in modo degno e funzionale il circondario del Tribunale di Sala Consilina e il suo pendolarismo. Il decreto n. 83 del presidente del tribunale di Lagonegro ha bene sottolineato l’inadeguatezza della logistica degli spazi del Palazzo di Giustizia, in particolare nell’emergenza in atto. È pertanto urgente –conclude la Giordano- intervenire e riaprire il dibattito con le istituzioni per la riapertura del Tribunale valdianese, considerato che i procedimenti civili e penali sono per l’80 per cento del circondario del Tribunale di Sala Consilina”.  

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