Dal Governo di casa nostra alla Presidenza USA: confusione. Geppino D’Amico: “Trasformismo, nulla di nuovo”

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TESTO DI GEPPINO D’AMICO

Dal Governo di casa nostra alla Presidenza USA. Dai Responsabili italiani ai “patrioti” americani

Credo che “confusione” sia la parola giusta per illustrare il clima politico nella della settimana che sta per concludersi sia in Italia che negli Stati Uniti sui quali vorremmo proporre qualche considerazione di carattere etico, politico e storico. Partiamo da quanto è successo nei due rami del Parlamento Italiano durante il dibattito scaturito dalle dimissioni delle due ministre renziane.

Abbiamo assistito ad un copione già scritto ed un film già visto interpretato da chi faceva a gara ad urlare di più e a chi leggeva meglio perché, diciamolo, molti non riuscivano nemmeno a leggere bene. Con parlamentari di maggioranza schierati in difesa del fortino di Conte (per loro “la crisi è incomprensibile), e quelli dell’opposizione a parlare di mercimonio, trasformisti e voltagabbana. Il trasformismo non è nato oggi: entrò nel Parlamento Subalpino prima dell’Unità d’Italia con il “connubio”, l’accordo tra il conte Cavour e Urbano Rattazzi (esponente della Sinistra) che portò alla caduta del governo presieduto da Massimo D’Azeglio, aprendo le porte allo stesso Cavour. Continuò dopo l’unità d’Italia con Agostino De Pretis per poi proseguire nel primo decennio del ‘900 con Giovanni Giolitti che subì i lazzi e gli sberleffi della satira. Un anonimo versatile poeta napoletano scrisse “È Giolitti quella cosa, Presidente dei Ministri // or coi destri or coi sinistri, Va nel centro di ciascun”. Non meno tenero nei confronti del Parlamento fu un poeta di casa nostra, il sanrufese Nicola Beniamino Marmo che scriveva “Ecco, Signori miei Montecitorio // Covo di camorristi e di falsari” o ancora “Ministri, deputati e senatori // Un gregge di corrotti e corruttori”. Ma torniamo al presente; il tempo non ci consente di ricordare tutti i cambi di casacca che ci sono stati nell’Italia Repubblicana. All’epoca della cosiddetta prima repubblica chi cambiava casacca era considerato un trasformista (se non un traditore) dal partito che lasciava mentre chi lo accoglieva quasi lo faceva santo subito “perché aveva avuto il coraggio di porre a revisione la propria ideologia”. Allora andava così!

Nei giorni scorsi a finire nel tritacarne della critica della Destra con l’accusa di trasformismo sono state l’on. Renata Polverini e la sen. Sandra Lonardo Mastella, elette in Forza Italia, per avere votato la fiducia al Governo Conte bis.  Nel 2010, il governo di Centro Destra rimase in vita grazie all’acquisto di Razzi e Scilipoti. Ma l’episodio più clamoroso si era già verificato nel 2006 quando il sen. Sergio De Gregorio lasciò l’Italia dei Valori di Pietro e per far cadere il Governo Prodi ottenne dal leader del Centrodestra la modica cifra di 3.000.000 di Euro.

Non lo diciamo noi, bensì le carte di un Tribunale di Napoli. Quindi, passano gli anni ma peggiorano certe abitudini. Purtroppo, non tutti i politici ricordano o non la conoscono) la favola delle due bisacce, scritta da Fedro 2.000 anni fa che di seguito viene riportata: “Giove ci ha imposto due bisacce: dietro la schiena c’è quella piena dei nostri difetti, appesa al petto c’è la pesante bisaccia dei vizi degli altri. Per questo non possiamo vedere i nostri difetti, ma facciamo i censori non appena gli altri sbagliano”. La speranza è che i politici, cattolici e laici, non ricordano Fedro possano ricordare le parole di Gesù riportate da Giovanni che possiamo riassumere così: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

***

Facciamo un salto oltre Oceano. Pochi giorni fa, sulla prima pagina del Corriere della Sera, commentando le recenti vicende americane, Massimo Gramellini scriveva: “Dove si fa la storia noi, modestamente, ci siamo”. E negli Stati Uniti, aggiungiamo noi, è così da secoli.

Anche nella vicenda Trump non mancano protagonisti Italoamericani tra i quali, per par conditio, ricordiamo Rudolph Giuliani (già sindaco repubblicano di New York, avvocato di Trump per i presunti brogli elettorali) e Nancy Pelosi (Speaker -democratica- della Camera dei Rappresentanti, il Sacrario della democrazia americana), fiera avversaria di Trump. Oltre alla istigazione alla violenza, una delle accuse più gravi rivolte all’ex presidente è quella di non aver tenuto fede al giuramento di “preservare, proteggere e difendere la Costituzione” del 1789, uno dei tre valori fondanti della democrazia statunitense insieme alla “Dichiarazione di Indipendenza del 4 luglio 1776 ed agli articoli della Confederazione del 1777.

Tre giorni fa Joe Biden, affiancato dalla moglie italoamericana, Jill, ha giurato sulla Costituzione del 1789 ed alla Costituzione ha fatto riferimento anche nel corso del suo insediamento: “Proteggerò la Costituzione e l’America”. Quando si parla della Costituzione Americana (ed è il motivo principale di questo breve intervento) non può essere ignorato il filosofo e giurista Gaetano Filangieri, che ebbe un ruolo importante nella stesura della Dichiarazione di Indipendenza e della Costituzione. Fu Benjamin Franklin, l’unico politico americano che partecipò alla stesura dei tre atti fondamentali già citati, a contattare Filangieri che in quel periodo era impegnato nella stesura della Scienza della Legislazione. Il suo era un laboratorio di civiltà contro l’assolutismo. Con i suoi scritti il filosofo napoletano influenzò notevolmente il pensiero di Franklin contribuendo, quindi, alla costruzione di un assetto istituzionale che fosse realmente fautore della felicità dei cittadini. Vediamo cosa dice il preambolo alla Dichiarazione di indipendenza del 4 luglio 1776: “Tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità”. A differenza della nostra Costituzione, in America la felicità è un diritto dei cittadini che devono difenderlo da chiunque cerchi di ostacolarlo. E questo fu deciso sulla scorta degli studi di Gaetano Filangieri. Questa è storia. Non a caso, Joe Biden ha dichiarato: “Dobbiamo rispondere alla Storia”. E questo ci consente di affermare che il presente non sostituisce la storia.

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Una risposta

  1. fusco antonio ha detto:

    ………..Vero, ma etichettare soltanto di trasformismo una classe politica come quella italiana che è la peggiore che si sia mai vista è poco!! Ci troviamo di fronte al baratro e maggioranza ed opposizione non fanno altro che azzannarsi come lupi famelici per la spartizione del potere. I legami con mafia,ndrangheta ,camorra e delinquenza in genere risulta ogni giorno che passa più evidente. Resistono solo poche bandiere libere, oneste come quella di Gratteri, il resto è pattume maleodorante e disonestà diffusa. Il paese dolente e perbene assiste attonito all’avvicinarsi di una tragedia senza pari.Perchè è una vera e propria tragedia favorire l’ascesa al potere di marmaglia fascioleghista e neofascista con la benedizione di berlusca che porterà sicuramente il paese alla perdità di libertà e lo spingerà fuori dall’europa, nostra unica ancora di salvezza . Tutto questo per favorire il regno del caos nel quale mestare, rubare, corrompere un popolo predisposto all’immoralità e che oramai si è abituato a vivere giorno dopo giorno di elemosine e assistenza. Saremo un po’ tutti responsabili della rovina nostra, dei nostri figli e nipoti e quando ci risveglieremo dal nostro torpore, o peggio dalla nostra collusione , sarà troppo tardi.

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