“Amarcord”, Geppino D’Amico: “Vallo di Diano, oggi si replica un film già visto”

L’attacco sferrato dalla criminalità organizzata all’ambiente e all’economia del Vallo di Diano non è una vicenda inedita: già a partire dagli anni ’70 ciclicamente si sono verificati simili momenti di allarme con conseguenti richieste di aumentare i presidi di sicurezza territoriale. Per tutta risposta la politica ha chiuso il Tribunale di Sala Consilina, come ci spiega il giornalista e storico Geppino D’Amico.

TESTO DI GEPPINO D’AMICO

L’appuntamento di oggi prospetta un contenuto particolare: una rassegna stampa storica di quello che scrivevamo diversi decenni fa su argomenti dei quali, purtroppo, ancora oggi si discute nel Vallo di Diano. Questo perché stiamo assistendo ad un film che i giornalisti della mia generazione hanno già visto: tribunale, infiltrazioni della criminalità malavitosa, aumento della criminalità comune, usura, richiesta di un commissariato di polizia, potenziamento degli organici delle forze dell’ordine, rifiuti tossici e nocivi.

Tutto inizia nella seconda metà degli anni ’70 quando alcuni esponenti appartenenti ad organizzazioni calabresi vengono inviati in soggiorno obbligato e, mi sia consentita l’espressione, cominciano a fare doposcuola ad alcuni giovani del territorio, attratti dalla possibilità di facili guadagni. Nel maggio del ’79 nelle campagne di Albanella viene arrestato il capo della Nuova Camorra Organizzata, Raffaele Cutolo. Successivamente, i comuni del Vallo sono costretti per legge ad ospitare alcuni camorristi napoletani per cui il territorio viene a trovarsi al centro tra Camorra e ‘Ndrangheta, senza dimenticare possibili infiltrazioni malavitose provenienti dalla Puglia. L’oasi felice comincia a sgretolarsi.

Arriviamo al gennaio del 1991 quando, nel corso della tradizionale cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Salerno, Mario Ranieri, riporta quanto riferitogli dal Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Sala Consilina, Domenico Santacroce, e afferma che “Il Vallo di Diano è interessato da infiltrazioni pericolose provenienti dalle zone limitrofe, in particolare dalla Piana del Sele, ritenuta una delle roccaforti del clan di Raffaele Cutolo. Il rischio di infiltrazioni esiste e non va sottovalutato”. Al grido d’allarme del Procuratore Generale si associa il Prefetto di Salerno, Corrado Catenacci, il quale afferma: “Da più parti è stata evidenziata la necessità di istituire un Commissariato di PS nel Vallo di Diano, una zona fino a qualche anno fa alquanto tranquilla e che negli ultimi mesi è stata investita da un’ondata di criminalità senza precedenti”. Il Siulp si dice favorevole alla richiesta. Nel febbraio successivo un’inchiesta di Fabrizio Feo per il Giornale di Napoli parla di Business-scorie e affaccia l’ombra della ‘Ndrangheta i cui boss già negli anni ’70/’80 trascorrevano periodi di latitanza o di soggiorno obbligato. Sempre in quegli anni si intensifica la guerra tra Clan per cui c’è forte il desiderio di conquistare nuovi territori. Anche nella nostra provincia la Camorra conquista con il terrore alcuni enti locali mettendo le mani sugli appalti e sui rifiuti.

In tema di usura va ricordato che sempre negli anni ’90 il direttore della Carithas diocesana, don Andrea Laregina, fonda l’associazione Nashak con il contributo della BCC Monte Pruno. La situazione venutasi a determinare giustificava l’istituzione di un Commissariato di Polizia, specialmente –scrivemmo all’epoca- dopo quanto avvenuto negli anni precedenti: omicidi, rapine, furti, traffici illeciti di vario genere, usura, sequestri di droga e materiale esplodente. Certo, le cifre erano inferiori rispetto ad altre zone più densamente popolate ma la spia era accesa e va ricordato che all’epoca nel Vallo di Diano erano impegnati un centinaio di carabinieri a disposizione della Compagnia di Sala Consilina, 30 poliziotti con competenze anche sul tratto autostradale Eboli-Cosenza e 20 uomini presso la Guardia di Finanza. Forze dell’Ordine che comunque hanno svolto, e continuano a svolgere, un lavoro encomiabile.

Quindi, mentre i pericoli aumentano e il territorio chiede maggiore protezione e il potenziamento degli organici delle Forze dell’Ordine continuano i tentativi di chiudere il Tribunale, cosa che purtroppo, avverrà nel 2013. Del Tribunale ci siamo già occupati nel corso di precedenti interventi. Quello che vi mostriamo è un articolo pubblicato sul Giornale di Napoli il 25 maggio del 1986 (35 anni fa), giorno in cui il Comune di Sala Consilina e l’Ordine degli Avvocati di Sala Consilina commemorano Alfredo De Marsico dedicandogli la via dove stava sorgendo il nuovo palazzo di Giustizia.  Del Tribunale ci siamo già occupati nel corso di precedenti interventi. Quello che vi mostriamo è un articolo pubblicato sul Giornale di Napoli il 25 maggio del 1986 (35 anni fa), giorno in cui il Comune di Sala Consilina e l’Ordine degli Avvocati di Sala Consilina commemorano Alfredo De Marsico dedicandogli la via dove stava sorgendo il nuovo palazzo di Giustizia. Memorabile l’orazione del sen. Giuliano Vassalli, giurista di primissimo piano. Ricordare De Marsico dopo 35 anni con una cerimonia nell’atrio del palazzo di Giustizia, dinanzi al busto che gli rende onore, sarebbe il modo migliore per riproporre il discorso sulla riapertura dell’importante presidio.

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