Rifiuti da Polla in Tunisia. Granato (Potere al Popolo): “Fondamentale una soluzione immediata”

“La puntata di Report e le inchieste del Mattino hanno portato nelle case degli italiani la vicenda del traffico illecito internazionale di rifiuti dall`Italia alla Tunisia”. Lo afferma Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo.Si tratta dell’inchiesta dei 282 container salpati dal porto di Salerno, partiti da Polla, e sbarcati in quello di Sousse: “Se in Tunisia c’è stato un terremoto politico, con l`arresto a dicembre scorso di ben 12 funzionari e addirittura del Ministro dell’Ambiente, in Italia solo da poco pare cominci a muoversi qualcosa, sebbene ci sia l’ennesimo rimpallo di responsabilità tra livelli istituzionali”, ha continuato il portavoce.

Intanto da 11 mesi, 212 container sono sotto sequestro nel porto di Sousse con un costo di 23mila euro al giorno e con un braccio di ferro che vede protagonisti Ministero, Regione Campania e Sra sul possibile rimpatrio dei rifiuti come richiesto dalla Tunisia e una richiesta di citazione in giudizio da 10 milioni di euro da parte della compagnia che si occupa dei container.

” Abbiamo incontrato telematicamente – spiega Granato – attivisti tunisini e il consigliere comunale di Sousse Sohayel Medimagh e che temono che le reazioni chimiche che si sono attivate all`interno dei container possano mettere a rischio la vita delle migliaia di tunisini che vivono nelle immediate prossimità del porto di Sousse. Bisogna sbloccare la situazione prima che degeneri ulteriormente”.

Oltre alle interrogazioni sottoposte alla Regione Campania dalla consigliera M5S Muscara, da un mese interrogazioni parlamentari giacciono sia al Senato (prima firmataria Paola Nugnes, Sinistra Italiana) che alla Camera.Doriana Sarli (Gruppo Misto) che l`ha depositata a Montecitorio.

La Sarli infatti conferma che “Attendiamo una risposta che si fa ancor più urgente. I nostri Ministri nelle scorse settimane hanno incontrato esponenti dell`esecutivo di Tunisi; sappiamo che hanno parlato di migranti, ma nulla trapela questo traffico illegale di rifiuti. Eppure stanno emergendo sempre più chiaramente le responsabilità del nostro Paese e il conto da pagare è già salatissimo, in termini ecologici ed economici”.

Granato e Sarli così concludono: “Da una parte le persone non sono libere di muoversi; dall`altra l`immondizia viaggia senza problemi. Stiamo esportando non solo rifiuti pericolosi, ma un modello: il rischio. Bisogna fermare subito questo scempio. Rimpatriare l`immondizia, come chiedono gli attivisti tunisini, smetterla con queste politiche neo-coloniali e lavorare affinché il nostro Paese possa finalmente uscire dalla perenne emergenza rifiuti”.

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