Chef cilentano morì in Francia. I genitori dopo un anno chiedono giustizia: “Troppi errori nelle indagini”

“Vogliamo la verità su cosa sia accaduto a nostro figlio”, i genitori di Mario Fusco, lo chef di Centola morto in un incidente stradale in Francia nel marzo del 2020, invocano giustizia e chiarimenti a distanza di un anno dal decesso del figlio all’età di 30 anni. Per questo motivo hanno deciso di affidarsi all’avvocato Massimo Puglia e al tecnico specializzato in ricostruzione di incidenti stradali Giuseppe Pisano, entrambi di Sala Consilina. Il legale e l’ingegnere dovranno evitare che la gendarmeria di Montpellier archivi definitivamente la morte come un “semplice” incidente stradale e per farlo sono al lavoro da oltre un anno. Sono tanti, infatti, gli aspetti quanto meno oscuri in questa tragedia e occorre ripartire dal primo marzo del 2020 quando Luca, a Montpellier, a bordo del suo scooter (il modello con due ruote nella parte anteriore) torna verso casa. Da lì a poco avrebbe fatto ritorno in Italia, nel suo Cilento. Non lo farà mai, purtroppo, la sua vita si stroncherà da lì a poco. In realtà non arriva neanche a casa, nella sua abitazione francese, perché quando imbocca uno svincolo autostradale perde il controllo del veicolo – in circostanze tutte ancora da chiarire – e muore. Ma non lo si capisce subito. Infatti gli agenti francesi trovano lo scooter incidentato lungo lo svincolo, ma non scorgono alcun corpo. E – stando a quanto avviene nelle ore successive – manco lo cercano. Il mezzo è intestato allo chef salernitano, questo lo si capisce dai documenti dello scooter stesso, tuttavia la Polizia francese non indaga per capire il motivo per cui fosse abbandonato, con diversi danni alla carrozzeria, in quello svincolo. Passa una settimana, i genitori di Luca non avendo sue notizie dal primo di marzo, e dopo aver sentito anche alcuni suoi amici e la compagna in Francia, sporgono denuncia ai carabinieri di Centola. La denuncia viene inviata anche al Consolato generale italiano a Marsiglia e quindi alla gendarmeria. Gli agenti francesi tornano quindi sul luogo del ritrovamento dello scooter. Sono passati otto giorni, è il nove di marzo. Il corpo del giovane chef si trova a 160 metri dallo scooter, nel prato che divide l’autostrada dallo svincolo. Mario ha ancora il casco sulla testa, diverse fratture al corpo e i guanti al fianco del corpo. Non coprono le mani. Un aspetto ritenuto dalla famiglia non assolutamente compatibile da quanto emerso dall’autopsia e dalla ricostruzione dettagliata fatta da parte dell’ingegnere Giuseppe Pisano e dall’avvocato massimo Puglia. Secondo la polizia dopo l’impatto con il guard rail il corpo è stato scaraventato al di là della barriera e lo scooter ha continuato la corsa per 160 metri. Una dinamica al vaglio del tecnico Pisano: per volare così l’impatto con il guard rail sarebbe dovuto essere molto evidente. E invece né lo scooter né la barriera sono particolarmente danneggiati. I genitori chiedono lumi quindi sia sulla dinamica sia sul perché sono serviti otto giorni per cercare il proprietario di quello scooter abbandonato in strada. Sono diversi i dubbi del legale che dal 10 marzo del 2020 sta seguendo il caso, ha avviato i contatti con il Consolato generale sin dall’autopsia di Fusco. Ora si va verso l’archiviazione ma i familiari pretendono capire se Mario poteva salvarsi nel caso in cui il corpo fosse stato ritrovato immediatamente e se ci sono altri mezzi coinvolti. Un altro aspetto di questa tragedia riguarda la traduzione in italiano del documento delle autorità transalpine sulla dinamica dell’incidente e sulle lesioni riportate dallo chef: “Lesione compatibile con la percussione posterolaterale sinistra di forte intensità del corpo dell’interessato in posizione eretta da parte di un veicolo a motore”. L’avvocato Puglia e il tecnico Pisano rimarcano che si parla di un altro mezzo non identificato che avrebbe potuto provocare l’incidente e poi scomparire. Del caso è stata interessata anche la Farnesina e il ministro Luigi Di Maio che ha promesso pieno appoggio per scoprire la verità sulla morte di Mario Fusco.

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