Pietro Caruso vince la corsa a piedi di nudi di Salvitelle. I “ribelli” sulle orme dei propri avi due secoli dopo

Pietro Caruso ha vinto la mitica, o meglio epica, corsa a piedi di Salvitelle. Un evento storico che si ripete da secoli e che nel piccolo paese del Tanagro vivono con trasporto emotivo indescrivibile. Così anche se quest’anno non è stato organizzato nulla di ufficiale per le varie restrizioni, i “concorrenti” hanno comunque corso – stando attenti alle regole anti Covid – ma in modo quasi clandestino. Alla fine ha trionfato il giovane Caruso.
La corsa si svolge dalla cima della Serra San Giacomo, colle sovrastante alcune centinaia di metri da Salvitelle, fino alla Cappella del Santo. Partecipano concorrenti di ogni età purché nati o residenti a Salvitelle che, come vuole la tradizione, scendono a piedi nudi per sentieri impervi tra roveti e sterpi. La gara ha un’origine storica precisa che risale al periodo della dominazione francese tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800. Infatti nel 1791, Serra San Giacomo fu campo di esercitazione dei fucilieri francesi da montagna. I pastori del posto, legati anche loro alla Monarchia come tanti cittadini del Sud, per beffarsi dei soldati francesi, i quali prima d’intraprendere la scalata si stringavano bene gli scarponi, gareggiavano con loro, compiendo ascesa e discesa del monte, a piedi scalzi, tra la intricata e spinosa vegetazione del monte.

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