Il direttore della Bcc Monte Pruno, Michele Albanese, al Festival Nazionale dell’Economia Civile

Si tiene da oggi al 26 settembre nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, a Firenze, il Festival Nazionale dell’Economia Civile con l’intento di rileggere e proporre nuove soluzioni, grazie ai principi dell’Economia Civile, alla pandemia mondiale e alla più profonda crisi di carattere economico e sociale dal secondo dopoguerra.
Il Festival Nazionale di Economia Civile si è reso necessario perché l’esigenza di aggiornare modello economico e prassi appare ancora più pressante ed urgente dopo la pandemia. Il nostro presente e futuro è caratterizzato dalla lotta contro “mali pubblici globali” come le pandemie e il riscaldamento globale che richiedono molto di più che il semplice e pur importante funzionamento dei meccanismi di mercato: coordinamento degli sforzi tra paesi, azioni coordinate e sinergiche tra istituzioni, imprese responsabili e società civile. Sullo sfondo di queste considerazioni la nuova edizione del festival si propone di illuminare un altro pezzo di strada verso il bene comune. La terza edizione del festival vuole suggerire che il migliore regalo che possiamo fare al nostro paese dopo la pandemia è quello di un nuovo modello di sviluppo più generativo, sostenibile e resiliente.
Considerato la sensibilità sull’argomento della Banca Monte Pruno, non poteva mancare la presenza, assicurata con il Direttore Generale Michele Albanese ed il Vice Presidente Antonio Ciniello che con l’occasione hanno incontrato i vertici del Credito Cooperativo Nazione tra i quali il Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba e del Presidente Amedeo Manzo Presidente della Bcc di Napoli nonché Presidente della Federazione Campania/Calabria delle BCC.
Interessante l’ intervento del Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, che ha sostenuto che “La pandemia sta facendo rivivere in senso nuovo ma evidentemente positivo un concetto che sembrava essere tramontato: la relazione delle imprese con le comunità. Spesso, ha ribadito ancora Dell’Erba, le imprese hanno perso il senso della responsabilità sociale, non sono più un luogo di comunità ma un’organizzazione che il territorio e la comunità non riconoscono. Su questo le BCC hanno avuto un ruolo straordinario per recuperare la funzione sociale e mutualistica del capitale delle attività del territorio”.

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