Celebrati i 25 anni di sacerdozio di don Carmine Tropiano. Il Vescovo De Luca: “un uomo leale e buono”

È un momento solenne: l’imposizione delle mani, il gesto più importante nel rito dell’ordinazione sacerdotale. E’ il 31 agosto del 1996 davanti a Mons. Bruno Schettino, in ginocchio c’era un giovane ragazzo: Carmine Tropiano, che da quel momento in poi divenne don Carmine. Nella Cattedrale Santa Maria Maggiore di Teggiano, lo Spirito Santo scese su di lui. E sabato scorso, 25 settembre le sue comunità parrocchiali, la sua famiglia e i suoi amici si sono raccolti in festa, nel rispetto della normativa anti-coronavirus, presso il Santuario di San Gerardo Maiella di Materdomini per celebrare il 25esimo anniversario di sacerdozio di don Carmine Tropiano.

Venticinque anni donati al Signore per essere pastore zelante del Suo gregge e fervido operaio nella Sua vigna. 25 anni dedicati agli altri. Un percorso virtuoso, testimoniato da una partecipazione importante di associazioni prestigiose e operanti nella solidarietà sociale, dai comitati feste, dagli amici sacerdoti, dalle autorità civili e militari e da tanti fedeli che hanno partecipato alla celebrazione eucaristica.

La Santa Messa giubilare, presieduta da sua eccellenza mons. Antonio De Luca, vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro e concelebrata da don Giuseppe Puppo, don Andrea La Regina, don Agnello Forte e dallo stesso don Carmine, è stata emozionante e coinvolgente.

Ricordiamo, oggi, l’ordinazione sacerdotale di don Carmine. Carmine – ha detto il Vescovo De Luca nella sua omelia –  tu sei stato capace di mantenere la bellezza, l’ingenuità e la semplicità di quel primo giorno. Ecco un uomo nel quale non c’è ombra di falsità. Noi uomini di chiesa – ha continuato – siamo chiamati a vivere la lealtà, la carità. E don Carmine, è un prete che è leale: quello che pensa, dice. E’ difficile trovarne in noi uomini di chiesa. Siamo chiamati a custodire la bellezza di questa lealtà che ci viene data da Gesù, l’amore ed il servizio accanto al popolo che Dio ci ha affidato. Questa è una responsabilità e un compito”. Padre Antonio, ricordando Rosa e Nicola, genitori di don Carmine ha concluso: “Sono sicuro che anche i tuoi genitori si rallegrano per questo appuntamento, perché vedono nella vita di don Carmine, la bellezza del Vangelo. Non scoraggiarti dal tempo che passa e dalle prove della vita, sii sempre te stesso con la tua bontà”.

Un momento solenne che ha visto la presenza delle sue comunità parrocchiali quella di San Giuseppe Operaio di Pantano di Teggiano e quella del “Cuore Immacolato di Maria” di Varco Notar Ercole di Sassano, insieme ad altre comunità parrocchiali della Diocesi ed in particolare, quella di Monte San Giacomo dove don Carmine è stato parroco per 14 anni e dove è anche cittadino onorario e ha voluto far sentire la sua presenza insieme al sindaco Raffaele Accetta.

Un altro momento commovente è stato quando ha preso la parola un esponente della sua comunità parrocchiale:

Ci hai sempre esortato con amorevole pazienza ad un costante sguardo a Cristo e al suo Vangelo – ha detto – non hai mai fatto trapelare stanchezza o sconforto, nonostante le difficoltà che un sacerdote deve affrontare. Non hai mai tentennato di fronte a scelte difficili, sei stato sempre paziente nell’ascoltare, ponderato nel consigliare, mite e pacato nelle situazioni e nei confronti impegnativi. Quanta pazienza hai e dovrai avere con noi e per noi – ha concluso – Ti vogliamo bene”.

 

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