Giallo di Potenza. L’inviato di Barbara d’Urso ritrova gli auricolari di Dora Lagreca

Giallo di Potenza. L’inviato di Barbara d’Urso ritrova gli auricolari di Dora Lagreca

 

E’ stato il giorno delle analisi dei tecnici informatici sul cellulare di Dora Lagreca, sequestrato la notte del suo decesso, ma sugli esiti dei controlli e anche su cosa gli inquirenti stessero cercando c’è il più stretto riserbo. Sulla vicenda della trentenne di Montesano sulla Marcellana, deceduta dieci giorni fa in Basilicata, dopo i primi giorni di concitati momenti con un susseguirsi di notizie c’è, ora, il massimo silenzio. Il legale di Antonio Capasso, il fidanzato indagato per istigazione al suicidio, l’avvocato Domenico Stigliani ha fatto sapere che solo il cellulare di Lagreca, allo stato, è sotto esame degli inquirenti della Procura di Potenza. C’è però un altro fronte che si è aperto ieri: quello degli auricolari di Dora. La giovane valdianese aveva alcuni problemi di udito, così come Capasso, e usufruiva degli auricolari. I due si erano incontrati proprio per questo motivo in un centro specializzato. Quello degli auricolari è un elemento già noto. C’erano stati semmai dei dubbi sul fatto se la ragazza li indossasse o meno nel momento della caduta. L’avvocato della famiglia, Renivaldo Lagreca, ha sempre sostenuto che li indossasse e ieri è arrivata la conferma, non per indiscrezioni degli investigatori bensì perché l’inviato di Pomeriggio Cinque, Vito Francesco Paglia, ha trovato un pezzo di auricolare, o almeno si presuma sia ciò, nell’erba dove è atterrata, di spalle, Dora Lagreca. L’inviato ha allertato i carabinieri per far prelevare il reperto che si trovava nell’area delimitata dai dei nastri bianchi e rossi. Nastri – questo occorre aggiungerlo – che sono stati posizionati solo il lunedì successivo alla tragedia, ovvero oltre 48 ore dopo. Anche il legale della famiglia di Lagreca nella giornata di ieri ha scritto alle forze dell’ordine per chiedere di repertare il pezzo ritrovato nell’erba. Non è l’unica problematica inerente alla delimitazione dell’area della tragedia. Il terrazzo dal quale è caduto Dora e dal quale si arriva dal monolocale di Capasso non era infatti solo di pertinenza dell’appartamento. Si poteva accedere anche dagli altri appartamenti all’ultimo piano della palazzina di Via di Giura e anche in questo caso era tutto facilmente accessibile, tanto che alcuni giornalisti che sono arrivati senza problemi sul balcone – passando per aree diverse dall’appartamento sotto sequestro – sono stati sentiti in Procura per comprendere come abbiano fatto ad entrare. Insomma tanti piccoli punti in chiaroscuro in un giallo che non dà ancora alcuna risposta certa su quanto avvenuto.

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