Legge pro-Tribunale, Geppino D’Amico: “Coraggiose prese di posizione ridiano speranza a un territorio tradito”

Le Audizioni in corso in Regione Campania, presso la Prima Commissione Permanente, vedono in queste settimane le testimonianze dei “portatori di interesse”, utili a rafforzare la Proposta di Legge voluta dal Consigliere Regionale Corrado Matera per il ripristino del Tribunale di Sala Consilina. Un posto in prima fila in questa delicata fase è stato occupato dal giornalista e storico Geppino D’Amico.

TESTO DI GEPPINO D’AMICO

Nei TG di ieri la redazione di Italia 2 ha dato ampio risalto all’audizione che si è tenuta giovedì a Napoli presso gli uffici del Consiglio Regionale della Campania dinanzi alla I Commissione Permanente Affari Istituzionali, presieduta dal consigliere regionale Giuseppe Sommese al quale va dato atto dell’attenzione con cui ha seguito e commentato gli interventi.

Le audizioni sono propedeutiche alla discussione sul progetto di legge regionale per la riapertura del Tribunale di Sala Consilina. Su invito del Consigliere Regionale Corrado Matera sono intervenuti (in webinar) l’europarlamentare Franco Roberti, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno e Procuratore Nazionale Antimafia; il dottor Ottavio Abbate, già presidente del Tribunale di Sala Consilina; Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano.  In presenza, altre al Consigliere Regionale Corrado Matera sono intervenuti l’avv. Angelo Paladino, componente della Camera Penale presso il Tribunale di Lagonegro, ed il sottoscritto in qualità di giornalista.

Tutti gli intervenuti hanno rimarcato un dato: la decisione di chiudere Sala Consilina è stata una scelta sbagliata ab origine. Lo hanno sostenuto sia l’on. Franco Roberti che il presidente Ottavio Abbate. Da parte sua mons. Antonio De Luca si è soffermato sull’aspetto socio-economico del problema ricordando che sono sempre più numerose le persone che chiedono aiuto alla Caritas. Ricco di spunti anche l’intervento dell’avv. Angelo Paladino il quale ha evidenziato i problemi che tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, frequentano il palazzo di Giustizia di Lagonegro devono quotidianamente affrontare.

Nel mio intervento ho posto anche il problema della sicurezza come si evince dalla recente relazione semestrale della DDA che è soltanto l’ultima importante conferma. Il Vallo di Diano paga la sua collocazione geografica che ne fa la cerniera tra Campania, Basilicata e Calabria.

Un fatto è certo: la soppressione del tribunale è l’immagine plastica dell’autolesionismo della Giustizia che penalizza se stessa. Invece dell’auspicato risparmio e del migliore andamento della giustizia, lo “scippo” ha prodotto il contrario di quanto si prefiggevano il ministro Paola Severino ed il Capo Dipartimento del Ministero Luigi Birritteri i quali con una ostinazione ed una pervicacia degne di miglior causa sopprimono con un colpo solo 33 uffici giudiziari, 37 Procure della Repubblica e 220 sezioni distaccate.  La decisione invece di accelerare i processi e migliorare l’iter della giustizia finisce col depotenziarla. Il risultato? Un intero territorio è stato tradito da chi aveva il compito di tutelarlo. Traferire un tribunale che a Sala Consilina disponeva di circa 5.500 mq. di spazio in un edificio a Lagonegro di soli 3.800 mq, con locali angusti già insufficienti per un solo Ufficio, era e si è dimostrato un errore reso ancora più grave soprattutto per Sala Consilina se si considera che il tribunale accorpante, unico caso in Italia, insiste in un’altra regione ed è più piccolo del tribunale accorpato. L’unico aumento prodotto riguarda il “turismo” giudiziario a cui, loro malgrado, sono obbligati magistrati, avvocati, forze dell’ordine e detenuti, costretti a fare la spola tra la sede degli Uffici Giudiziari e la case circondariali in cui i detenuti si trovano associati per tenere udienze o procedere agli interrogatori.

In merito alla chiusura del Tribunale ho ricordato le prese di posizione in tal senso dell’ANM e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno e del SIULP, il sindacato di polizia. Lo aveva sostenuto con forza il dott. Matteo Casale, all’epoca Presidente della Corte d’Appello di Salerno, che così scriveva nella sua relazione in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario: “Nel triennio dal 2008 al 2010, (Presidente il dottor Ottavio Abbate) il Tribunale di Sala Consilina, era risultato tra i più produttivi in Italia, classificandosi al primo posto nella classifica di produttività riferita al settore penale e nel terzo posto della stessa classifica riferita al civile”. E le affermazioni del Presidente Casale sono state ribadite dallo stesso dottor Ottavio Abbate nel corso dell’audizione: a Sala i processi non si interrompevano per prescrizione. Ho poi ricordato l’accorato intervento del sen. Alfonso Andria in data 12 settembre 2012. Dopo avere ribadito il parere contrario alla soppressione, Andria evidenziava un fatto quanto meno singolare: “Esattamente il giorno prima che il Governo approvasse lo schema di decreto legislativo, pervenne al tribunale di Sala Consilina una lettera del direttore generale del Ministero della giustizia, Daniela Intravaia con la quale si trasmetteva il decreto di autorizzazione all’attivazione presso il tribunale di Sala Consilina della trasmissione dei documenti informatici (cosiddetto processo civile telematico-procedimenti di esecuzione immobiliare). Come dire? Prima la beffa e poi il danno.

Ora è il momento di scelte decise e decisive anche da parte dalla Regione Campania. Si impone una coraggiosa presa di posizione a tutela di un territorio che non merita di essere ulteriormente mortificato. I cittadini chiedono giustizia e tutela e questo passa attraverso la restituzione del mal tolto, frutto di un disegno di legge legislativo frettoloso, fallace, anti economico che ha causato la sofferenza di un’intera area geografica abbandonata a se stessa.

GEPPINO D’AMICO

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Una risposta

  1. fusco antonio ha detto:

    ….tante belle parole ma fatte salve solo le statistiche, che danno riconoscimento al tribunale di sala consilina della sua eccellenza operativa e istituzionale, quello che resta è soltanto l’ennesima esibizione di personaggi presenzialisti e nella quasi totalità un vuoto di contenuti e ciarle al vento.. Temo come tanti cittadini che la chiusura del tribunale, come del carcere, della prossima chiusura dell’agenzia delle entrate rientrino in un processo ben definito per il depauperamento delle zone interne a favore di centri pi ù vicini ai capoluoghi di provincia e regione ed ai capibastone politici collusi con le mafie per il controllo totale del loro territorio.

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