Il Bilancio settimanale di Geppino D’Amico: “Viva l’ignoranza?”

Un esame di Maturità senza il Tema di Italiano? Se un Ministro afferma che “studiare le Guerre Puniche è inutile”, possiamo davvero aspettarci di tutto. Ma quando è troppo è troppo: la conoscenza delle lingua Italiana è ormai un “optional”, come ci racconta il giornalista e storico Geppino D’Amico
TESTO DI GEPPINO D’AMICO
La Commissione Affari Istituzionali della Regione Campania, presieduta da Giuseppe Sommese, dopo le audizioni dei mesi scorsi ha espresso all’unanimità parere favorevole alla proposta di legge del consigliere regionale Corrado Matera per il ripristino del Tribunale di Sala Consilina. Ora la parola passa al Consiglio Regionale. La decisione adottata è certamente un fatto positivo ma ora occorre accelerare l’iter in quanto dopo la pronuncia del Consiglio Regionale la parola decisiva spetterà al Parlamento e allo stato è difficile ipotizzare la durata della legislatura. Inoltre, non bisogna dimenticare che il Parlamento avrà due possibilità: decidere autonomamente oppure delegare il Governo. La differenza non è di poco conto: non dobbiamo dimenticare che nel 2012 fu proprio il Governo, in virtù della delega ricevuta, a decretare su proposta del ministro Paola Severino, l’accorpamento a Lagonegro con tutti i problemi che ne sono scaturiti per entrambi gli Uffici. Ecco perché bisogna fare presto, prima cioè che termini la legislatura altrimenti tutto quanto fatto finora sarà stato inutile per cui bisognerebbe ripartire daccapo. Come dire? È ancora l’osso, aspettiamo la polpa.
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Ci sono delle espressioni che hanno segnato in modo indelebile determinati avvenimenti storici. Una di queste è “Carthago delenda est” (Cartagine deve essere distrutta). Siamo intorno al 174 avanti Cristo, nel pieno della terza guerra punica, e Plutarco attribuisce la frase a Catone il Censore il quale era fortemente convinto che la città tunisina rappresentava un pericolo per il predominio di Roma sul Mar Mediterraneo che per i Romani era il “mare nostrum”. L’espressione è tornata d’attualità a seguito delle dichiarazioni del Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani: “Studiare le guerre puniche non serve a nulla; serve una cultura tecnica”. Siamo in Italia per cui ne è scaturito un vivace dibattito tra favorevoli e contrari. In qualche modo lo aveva previsto anche il Manzoni con la risposta di Renzo a don Abbondio che per evitare le minacce dei Bravi di Don Rodrigo, cercava cavilli per evitare la celebrazione del matrimonio con Lucia: “Cosa me ne faccio del suo Latinorum?”.
Forse ancora una volta bisogna dare ragione ai Latini quando sostenevano che “in medio stat virtus” (la virtù sta nel mezzo). Questa locuzione trova fondamento su una notizia circolata nei giorni scorsi: al concorso per 310 posti di magistrato, su 5.827 candidati hanno consegnato il test in 3.797; alla data del 2 dicembre scorso, su 1532 compiti scritti, solo 88 (cioè il 5,8% dei candidati totali) sono stati ritenuti idonei con una percentuale altissima di bocciati. Il dato ha fatto scattare l’allarme al Ministero della Giustizia, vista anche l’urgenza di avere entro i prossimi mesi «almeno 800 nuovi idonei» per coprire le notevoli carenze d’organico.
Dal Ministero della Giustizia fanno sapere che, come già avvenuto in occasione del concorso di 13 anni fa, i candidati non sanno scrivere e mancano anche delle minime basi della grammatica. Siamo di fronte al rischio di diventare giganti per sapere tecnologico ma nani per sapere classico. E quel che è peggio, dopo avere ridimensionato lo studio del Latino, del Greco e della Storia ora si vorrebbe eliminare il tema di Italiano fin dai prossimi esami di maturità. Certo, la scuola deve formare i tecnici ma non dobbiamo dimenticare che deve formare anche i cittadini e la storia è utile anche per leggere la modernità. Va bene migliorare il sapere tecnologico ma non a scapito della cultura classica.
E qui ci piace segnalare un notizia che riguarda il Vallo di Diano: il Liceo Classico “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina risulta tra le migliori scuole per il rendimento universitario degli alunni. Il dato emerge dalla relazione della Fondazione Agnelli che nelle scorse settimane ha pubblicato la classifica annuale dei migliori istituti scolastici superiori italiani. Il rapporto “Eduscopio” viene realizzato in base alle performance universitarie dei diplomati (numero di esami e media dei voti al primo anno). Tra gli iscritti all’Università provenienti dal liceo classico si ha una media voti di 26,55; i diplomati in regola sono il 90,5%. Non male se confrontiamo questi dati con quelli emersi dal concorso di cui abbiamo parlato in precedenza.
GEPPINO D’AMICO
…..tutto vero, ma mai dimenticare che l’umanità è stata volutamente tenuta nell’ignoranza, ed oggi la situazione non è molto diversa, dalle religioni e dalle varie chiese che hanno detenuto il monopolio della cultura . In questo modo più facile far pascere nella superstizione il popolo da sfruttare e schiavizzare. Quando assistiamo a manifestazioni violente di no vax e neofascisti non dimentichiamo mai che è l’obiettivo è sempre quello di manipolare informazione e plagiare un popolo sempre più ignorante e prono ai voleri di chi lo fa sopravvivere con bonus, rottamazioni, redditi di parassitismo ed annullare la sua personalita’.. Fosco il nostro futuro con l’unica speranza in giovani valorosi come quelli del Liceo Classico di sala consilina e di alcuni illuminati docenti, il resto è vanagloria, presenzialismo di stupidi ignoranti analfabeti di ritorno.
Bravo Geppino. La corsa alla tecnologia ha annullato, di fatto, la nostra lingua ,relegandola a un livello inferiore. Avremo grandi esperti. Certo . Chi scriverà le sentenze?
Complimenti ai docenti e ai discenti del Liceo Classico Marco Tullio Cicerone di Sala Consilina