Il diritto alla ricerca della Felicità

Il concetto di Felicità è strettamente legato a quello del “vivere”. A volte ce ne dimentichiamo, ma la ricerca della Felicità è un diritto: come ci ricorda il giornalista e storico Geppino D’Amico nel suo “bilancio” natalizio.

TESTO DI GEPPINO D’AMICO

L’argomento di oggi è legato al concetto di felicità in campo economico, politico e sociale.  Sabato scorso ho partecipato a Salerno alla convention della BCC Monte Pruno. Pur non essendo un esperto di materie economiche (mi sono sempre occupato d’altro) ho seguito con attenzione i vari interventi convinto che c’è sempre da imparare. E così è stato. A parte gli ottimi risultati raggiunti dalla Banca che non mi hanno sorpreso, due elementi mi hanno colpito particolarmente: il primo riguarda la determinazione con la quale il Direttore Generale Michele Albanese ha difeso la Banca ricordando l’immeritato trattamento ricevuto da parte di qualche organismo superiore al momento della riforma; la rabbia (“Ci hanno trattato come una squadra di Serie C!”, ha dichiarato) e l’orgoglio (“Oggi possiamo dire che siamo una squadra di Serie A”, ha concluso).

Il secondo elemento riguarda un passaggio dell’intervento del Direttore di Federcasse, Sergio Gatti, che ha ricordato alcuni principi validi ancora oggi ma espressi nella seconda metà del ‘700 dall’economista Antonio Genovesi, protagonista dell’Illuminismo Napoletano. Principi che –ha dichiarato Gatti– fanno parte del Dna della Monte Pruno. Gatti ha fatto esplicito riferimento alla “Felicità pubblica” che unitamente a parole come Fiducia, Mutualità e Bene Comune è uno degli ingredienti fondamentali del “lievito madre” dell’economia indicati dal Genovese, titolare a Napoli della prima cattedra di Economia istituita in una Università europea; principi inseriti nel trattato dal titolo “Lezioni di Commercio, ossia di Economia Civile”, pubblicato nel 1765. Il concetto di felicità in quanto tale è insito nel pensiero dell’Illuminismo napoletano di cui Antonio Genovesi fu uno dei protagonisti. Lo stesso concetto lo troviamo anche nel pensiero politico e filosofico di un allievo del Genovesi, Gaetano Filangieri, autore del fondamentale trattato dedicato alla “Scienza della Legislazione” in cui, tra l’altro, sosteneva che “le buone leggi sono l’unico sostegno della felicità nazionale”. E quei concetti approdarono oltreoceano: Filangieri, infatti, ebbe continui contatti epistolari con Benjamin Franklin, uno dei protagonisti della Rivoluzione Americana e padre fondatore degli Stati Uniti d’America, che si ispirò proprio al pensiero del pensatore napoletano al momento di scrivere la Costituzione USA. Nella Dichiarazione di Indipendenza americana del 4 luglio 1776 si legge che “tutti gli uomini sono creati uguali; essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti; tra questi diritti vi sono la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità…”. Si tratta di un’affermazione forte, esplicita, che per la prima volta attribuisce alla felicità individuale delle persone la natura di diritto inviolabile costituzionalmente garantito. Tutti argomenti che in quel periodo stavano rivitalizzando il pensiero e la riflessione politica dell’Europa. Peraltro, la storia ci dice che Benjamin Franklin inviò la bozza della Dichiarazione d’Indipendenza al Filangieri che sostituì l’espressione “diritto alla proprietà” con quella, poi accolta, di “diritto alla felicità”, dove per felicità si intende uno stato di appagamento delle proprie esigenze emozionali e fisiche.

L’importanza, o l’essenzialità, del concetto di felicità nella vita umana è stata recepita dall’ONU, la cui Assemblea generale con Risoluzione del   28 giugno 2012 ha istituito la “Giornata Internazionale della felicità” che si celebra il 20 marzo di ogni anno: “La ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità”.

Va ricordato che esiste anche una lista dei paesi più felici inserita nel “World Happiness Report” dell’Onu. Secondo la classifica 2020, i primi tre posti di nazione felice sono occupati da Finlandia, Islanda e Danimarca, con l’Italia al 25° posto, la Spagna al 24° e il Portogallo al 53°. La classifica è stata stilata analizzando fattori come reddito, salute, istruzione, lavoro, aspettative di vita, stato sociale. Sono elementi reali, ma servono davvero a misurare qualcosa di impalpabile come la felicità? Ognuno può farsi una domanda. In attesa della risposta ci piace augurare a quanti ci seguono un ottimo Natale con l’auspicio che il 2022 sia portatore di un grande carico di felicità.

GEPPINO D’AMICO

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