“La Giornata della Memoria e la libertà negata”, le riflessioni di Geppino D’Amico sulla Shoah

Impropriamente nel periodo della pandemia abbiamo sentito alcuni irriducibili “no vax” paragonare l’obbligo di vaccinazione addirittura alle violenze e alle imposizioni del periodo fascista. La ricorrenza della Giornata della Memoria è quindi opportuna anche per ricordare a tutti che si tratta di un paragone non soltanto assurdo, ma anche offensivo per tutte le vittime della Shoah: come evidenzia nelle sue riflessioni il giornalista e storico Geppino D’Amico.

TESTO DI GEPPINO D’AMICO.

Ricorre oggi la “Giornata della Memoria” per commemorare le vittime dell’Olocausto. La data fu decisa il 1º novembre 2005 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per ricordare il 27 gennaio del 1945, giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa aprirono i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz liberando i prigionieri ebrei sopravvissuti all’orrore nazista. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono al mondo l’orrore del genocidio. Furono anni di stenti, di sopraffazioni, di privazione della libertà e di qualsiasi dignità. Chi li ha vissuti non li ha più dimenticati. Nei campi di internamento furono ristretti anche diversi giovani militari del Vallo di Diano che, presi dai Nazisti, pur non essendo Ebrei, furono deportati in Germania. Tra questi ricordiamo Lamberti Sorrentino, di Sala Consilina, che nel 1978 pubblicherà il libro “Sognare a Mauthausen” dove era finito, unico giornalista italiano, per avere scritto sul settimanale “Il Tempo” cose non ossequienti alla retorica dell’Asse Roma-Berlino.

Più volte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un monito agli Italiani: “Abbiamo un dovere morale verso la storia e verso l’umanità intera: il dovere di ricordare”. Alla Shoah ed ai valori della Costituzione ha fatto riferimento qualche tempo fa anche la presidente della Corte d’Appello di Salerno, Iside Russo, nel corso di un incontro con i giovani dell’Università di Salerno: “Non potremo mai capire la nostra bellissima Costituzione senza conoscere la storia. Le Costituzioni nascono dalla storia dei popoli, dalla loro disperazione. La nostra è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo la Shoah”. È un riferimento che personalmente condivido perché la seconda guerra mondiale e la Shoah ci ricordano il Fascismo con tutto quello che ne è derivato.  Purtroppo, a volte simili concetti vengono citati, a sproposito, anche durante la pandemia che stiamo vivendo. Si contestano, per fortuna da parte di una sparuta minoranza, le recenti disposizioni di legge che obbligano Over 50 e alcune categorie di Italiani a vaccinarsi. Si parla di privazione della libertà; si paragona il Governo Draghi al Governo Fascista e si minaccia di dare vita ad un Comitato Nazionale di Liberazione.

Pur rispettando le opinioni di tutti, non credo che simili prese di posizione sarebbero state tollerate durante il Fascismo. Di esempi negativi ne abbiamo tanti anche oggi; vanno stigmatizzati e condannati senza se e senza ma. Non a caso, su Repubblica, il prof. Guido D’Agostino, presidente dell’Istituto Campano per la storia della Resistenza, ha parlato di “Valore della Memoria calpestato dai No Vax”.

Una vicenda simile a quella di Lamberti Sorrentino la sta vivendo in Turchia la giornalista Sedel Kabas, arrestata venerdì scorso per avere contestato un antico proverbio in base al quale le persone con una corona in testa diventano sagge. Ritenendo che non è così, la giornalista ha sostenuto che “Un bue non diventa re entrando nel palazzo, ma il palazzo diventa una stalla”. È stata arrestata con l’accusa di avere insultato il presidente e rischia 4 anni di carcere.

Per capire appieno il significato della parola “Libertà” è sufficiente leggere una brevissima poesia di Tonino Guerra (poeta scrittore e sceneggiatore di film di Fellini, Antonioni, Rosi e De Sica) dal titolo “La farfàla”, scritta dopo la sua liberazione dal campo di Mauthausen:

“Contento, proprio contento sono stato molte volte nella vita,

ma più di tutte quando mi hanno liberato in Germania

che mi sono messo a guardare una farfalla // senza la voglia di mangiarla”.

GEPPINO D’AMICO

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Una risposta

  1. fusco antonio ha detto:

    …..non solo giornalisti ma anche ” gente comune” come il cancelliere della pretura Lupone ed Italo Perongini di sala consilina. Furono deportati in germania o in campo di concentramento o a lavorare nelle campagne in fattorie e campi di lavoro . Italo Perongini fu deportato in germania per circa quattro anni. Ma sono tanti i giovani di allora che hanno sofferto e sono morti a causa della follia di un sifilitico come mussolini ed un pazzo come hitler. Ma la storia , maestra di vita, nulla sembra averci insegnato e basta guardarsi un po’ intorno e considerare cosa stiamo subendo da oltre cinquant’anni in questo derelitto vallo di diano e nell’italietta tutta. La colpa, comunque, è anche nostra che subiamo da ascari encefalitici le prepotenze e la tracotanza di una politica che è la peggiore dal fascismo ad oggi.

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