Poco personale per la foresta Cerreta di Montesano. L’appello: “Situazione difficile, occorre intervenire”

La Regione Campania possiede circa 5.000 ettari di foreste, distribuite in aree diverse dal punto di vista climatico, orografico ed ecologico, che caratterizzano le dieci foreste demaniali, offrendo paesaggi di varia bellezza, ricchi di storia  e biodiversità. Di queste  il 60%  (3.000 Ha) sono in provincia di Salerno, un enorme patrimonio di bellezze e potenzialità,  rappresentate dalle foreste “Cerreta-Cognole di Montesano s.M.”; “Fasce Boscate di Persano  di Serre”; “Mandria-Cuponi di Sala Consilina” e “Vesolo di Sanza”.

Ognuna di queste foreste rappresenta uno scrigno di biodiversità, dotate di rifugi forestali, aree attrezzate e sentieri da trekking, hanno grandissime potenzialità per uno sviluppo locale di attività economico-sociali (utilizzazione sostenibile del bosco, silviturismo, escursionismo, attività sperimentali e formative con università ed enti di ricerca).

“Il corso For Italy – sostiene Pasquale Santalucia – è solo un esempio di quello che si può e si dovrebbe fare nelle foreste demaniali. Già in passato la foresta demaniale Mandria Cuponi di Sala Consilina è stata sede di un altro progetto di attività formativa e dimostrativa sulle tecniche di utilizzazione del bosco con l’impiego di macchine innovative, realizzato con  le Università della Tuscia di Viterbo e La Federico II di Napoli. Mentre in altre foreste si stanno realizzando progetti di recupero di specie faunistiche autoctone come la lepre italica e il capriolo italico presso la Foresta Demaniale Cerreta  o come  l’allevamento della trota fario ceppo mediterraneo presso il centro ittiogenico regionale di Ceraso.. A breve sarà espletata anche apposita gara per la realizzazione del Piano di Gestione Forestale (PGF) delle 4 foreste demaniali regionali che rappresenta uno strumento essenziale per la valorizzazione e “sfruttamento” delle risorse forestali. Ma tutto questo è oggi messo in seria difficoltà  a causa della notevole riduzione della  forza lavoro (negli ultimi dieci anni oltre il 60% degli operai sono andati in pensione e non c’è stato il necessario turn over); tale carenza  rende  assai problematica se non impossibile la gestione ordinaria di questo importante patrimonio”.

Attualmente, l’Unità Operativa di Salerno dispone complessivamente di soli 19 operai a tempo indeterminato, distribuiti su  tre vivai, 4 foreste e il centro ittiogenico regionale di Ceraso .”Questa situazione, sta creando non poche difficoltà e incertezze nel garantire la normale continuità di gestione delle attività inerenti le foreste e i vivai nel rispetto delle norme elementari  di sicurezza ed efficienza. Altresì, occorre tener presente che la mancata cura e manutenzione delle foreste demaniali ne compromette irreversibilmente la conservazione e funzionalità, sia per l’elevato rischio di incendio che per i possibili fenomeni di dissesto idrogeologico, con ripercussioni negative anche sulle potenzialità di sviluppo e valorizzazione sia di attività selvicolturali che turistico-ricreative .  Pertanto,  si auspica (si fa appello alla G.R.) che  possa trovare, quanto prima, una soluzione adeguata  per gestire in maniera più efficiente ed efficace  il notevole patrimonio forestale regionale, sfruttando e valorizzando adeguatamente tutte le potenzialità che tale patrimonio ha sia in termini ambientali che economici e sociali. E’ tempo di cominciare a pensare ad una nuova strategia di valorizzazione del patrimonio forestale regionale (foreste e vivai), sfruttando le peculiarità e le eccellenze ambientali, economiche e culturali che le diverse foreste offrono sia in termini di produzione legnosa e prodotti del sottobosco che di servizi”.

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