Rifiuti “italo-tunisini”: otto gli indagati (anche tre valdianesi). La caratterizzazione al via l’8 giugno

L’otto giugno prenderà il via la caratterizzazione dei rifiuti nei 213 container “italo-tunisini”. La data è stata decisa e disposta da Vincenzo Montemurro,pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Potenza, titolare del fascicolo d’indagine sui container della discordia.

Saranno esaminati i contenuti di 75 cassoni a campione – 25 per ognuno dei 3 viaggi non sbarcati (un altro è stato scaricato e poi bruciato nell’azienda Soreplast) – saranno svuotati, così da consentire ai periti degli inquirenti, il geologo casertano Giovanni Auriemma e il chimico di Cecchina d’Albano Laziale Alessandro Iacucci, d’esaminare il rifiuto. L’avviso è stato notificato agli indagati, che ora sono diventati otto, e alle parti offese, come la Regione Campania. Sotto inchiesta: oltre al socio unico della “Sra”, Alfonso Palmieri, 36 anni, al fratello Federico, 25, al padre Tommaso, 68, e all’amministratore Antonio Cancro, 54, difesi dall’avvocato dall’avvocato Francesco Saverio Dambrosio), ci sono anche due dipendenti della Sra, uno 42enne di Polla e una 30enne di Atena Lucana. Nel registro degli indagati pure il broker calabrese Montepaone, Paolo Casadonte, 42 anni, che ha interessi in terra tunisina, e Maurizio Innocenzo Mazzotta, imprenditore della Gasperina titolare della “Eco Management”, l’impresa che ha ceduto alla “Sra” il contratto con la Soreplast.

https://youtu.be/ZXwsURs3lzE

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