Fonderie Pisano. La denuncia del Comitato “Salute e Vita”: Arpac ha rilevato emissioni “velenose”

“Ancora una volta avevamo, purtroppo, ragione: abbiamo appreso, nella giornata di ieri, che nell’ispezione del 1° luglio, da parte dell’ARPAC all’interno delle Fonderie Pisano, è stato accertato che le stesse continuano ad immettere veleni nell’aria, ovvero metalli pesanti non filtrati dai camini, tossici per la vita dei lavoratori e dei cittadini”. E’ quanto rende noto, Lorenzo Forte, del Comitato Salute e vita”.  “Nonostante queste gravi criticità sanitarie riscontrate, continua Lorenzo Forte, di fronte alle quali l’ASL di Salerno continua con il suo comportamento omissivo e complice a non dare risposte, la Regione Campania si è limitata ad una diffida semplice, che ha permesso, fino alla chiusura delle ferie estive, di continuare ad avvelenare la popolazione, anziché procedere, insieme alla diffida, ad una contestuale chiusura dell’attività fino a quando, la proprietà Pisano, non avrebbe adempiuto agli obblighi ed al superamento delle criticità. Pertanto denunciamo, continua ancora la nota stampa del Comitato “Salute e Vita”, ancora una volta, gli Enti Pubblici (Regione Campania, ASL e Comune di Salerno) preposti alla tutela della salute, in quanto hanno permesso, con le loro omissioni e con provvedimenti non adeguati e conseguenziali rispetto alle gravità riscontrate, di far svolgere un’attività che continua ad avvelenare da decenni e a rendere un inferno l’aria che respiriamo. Ricordiamo che abbiamo già effettuato, come Associazione “Salute e Vita”, una diffida contro l’ASL e a settembre, dato il perpetrarsi di questi comportamenti, provvederemo con una querela, per inchiodarli alle proprie responsabilità.

Tra le varie criticità riscontrate nel sopralluogo del 1° luglio scorso, sottolineiamo non solo le emissioni in atmosfera definitive dall’ARPAC “fuggitive” (cioè, “fumi non depurati”, gli stessi fumi che nel 2018 l’ARPAC definì “esiziali”, ovvero fumi mortali per i lavoratori e la popolazione viciniori) e nello specifico la mancata applicazione delle BAT (“Best Available Technologies”, ovvero le migliori tecnologie in grado di garantire bassi livelli di emissioni di inquinanti) numero 27 e 28*, ma anche i mancati controlli relativi alle acque di scarico nel fiume Irno”.

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